Una cioccolata calda con Nadia Banaudi

Il web si rivela ogni giorno di più un canale formidabile per comunicare. Grazie al web si fanno conoscenze e si stringono legami tra coloro che hanno una passione comune. Ed è proprio grazie al web che ho conosciuto Nadia Banaudi,  la bravissima autrice di Vita e riavvita, un libro di rara leggiadria, capace, tuttavia, di incidere fin nel profondo. Ho invitato Nadia a Scrivere la vita per gustare con lei una cioccolata calda. 

Cara Nadia, benvenuta! Da poco ho terminato “Vita e riavvita”, una lettura che mi ha edificato. Trovo che la tua scrittura sia una carezza sul cuore. Mettiti comoda e parliamone, mentre ti offro virtualmente una cioccolata calda.

Innanzitutto grazie per esserti lasciata accarezzare, per le belle parole, per l’onore e il piacere di questa chiacchierata e non ultimo per la cioccolata calda, mio peccato preferito. Non solo l’accetto molto volentieri, ma sono letteralmente sulle nuvole, sei una squisita padrona di casa.

Grazie! A proposito di cioccolata calda, nel prologo, la voce narrante confessa che le storie migliori si ascoltano al bar, nei rari momenti di relax, aggiungo io, che una donna può concedersi. Una piccola rivoluzione: basta con le chiacchiere dal parrucchiere! È il Caffè il luogo ideale dove ascoltare e raccontare storie. Come stiamo facendo io e te, seppure virtualmente, o come fanno due amiche che non si vedono da un po’.

Il bar ha per lo più una connotazione negativa nella società di oggi: sede rumorosa e viziosa, un tempo anche fumosa, ma come tutti i luoghi può invece trasformarsi nel posto ideale per rilassarsi, gustare piccole leccornie e trascorrere del tempo lezioso. Ho voluto restituire il giusto ruolo al posto che più di tutti rappresenta il ritaglio di sfoghi, confidenze e spesso e volentieri avvicina le persone. Pur non essendo una assidua frequentatrice di bar, davanti a una calda tazza o un fresco aperitivo le chiacchiere ammetto riescano meglio!

Nel caso del libro, la voce narrante che lega tra loro i racconti è proprio colei che detiene i segreti dei suoi clienti, una barista curiosa, che colleziona storie come una qualunque appassionata di altro.

I cinque racconti che compongono il libro rivelano un’autrice molto sensibile. Traspare da ogni espressione una grande anima che partecipa alle vicende e che, emozionando, si emoziona a sua volta.

Touchè, le emozioni sono il mio pallino. Ne vivo, me ne cibo, ne sono immersa e amo approfondirle. Provo una profonda empatia nei confronti delle persone, sono spesso catturata da quei fili invisibili che le muovono e mantenendo una natura molto curiosa anche attratta. Sono infatti convinta che, se tutti prestassimo attenzione e maggiore rispetto per le emozioni, partendo dall’educazione emozionale in tenera età, forse saremmo in grado di comprenderci meglio e vivere più sereni. Ignorare le emozioni rischia di frenarle, di spezzarle e di perdere la parte più bella della vita.

Le figure principali sono sette donne, le cui caratteristiche comuni sono la forza interiore e  la fragilità, in definitiva una contraddizione tipica dell’universo femminile. Mi piacerebbe che dedicassi a ognuna delle tue donne una parola che le fissi nell’immaginario.

Ogni donna che ho descritto ha un ruolo solo suo, e rappresenta un modello di quanto variegato sia il genere femminile. Leila la passione vitale; Luisa la perfezione; Carola la fragilità umana; Amalia la debolezza; Clelia la determinazione; Tecla l’amore; Agata la rivincita; Manuela la disperazione; Sonia la purezza.

La scelta dei nomi delle protagoniste è molto particolare, frutto di ricerca e di studio. Non a caso hai scritto nell’introduzione: “Nomi che sanno di motivazioni e che si portano dietro storie”. Credo molto nel fatto che dietro ogni nome ci sia una storia che merita di venire alla luce e tu ce lo hai ricordato.

Al momento della nascita di un bambino la scelta del nome ricorpre un ruolo molto importante. E’ il suono che si porterà dietro per il resto della vita, una sorta di marchio di riconoscimento che lo contraddistinguerà tra gli altri, quindi ha assolutamente una rilevanza di tutto rispetto. Non potrebbe essere diverso per un personaggio di un libro o di un racconto. Identificarlo con un nome è consacrargli una sorta di cammino, di cui scegliere se essere artefice o prigioniero per la durata della storia.

Io, per esempio, mi chiamo Nadia, il suono di questo nome mi è sempre piaciuto molto, oltre al fatto che a sceglierlo è stato mio nonno paterno, e curiosamente da adulta sono andata a ricercarne il significato. Pare io sia speranza. Migliore augurio di certo il nonno non poteva farmi.

Da parte tua c’è stato il desiderio di andare oltre gli stereotipi. Prendiamo Leyla: bellissima, provocante, libera da ogni legame. Avresti potuta farla a pezzi, dipingerla come una mangiatrice di uomini, una donna oggetto; invece l’hai dotata di un animo generoso e sensibile.

Partendo dal fatto che detesto gli stereotipi, non credo sia possibile relegarci gli individui se non per sommi capi. Le persone non sono mai fatte di un solo livello e non sono mai solo quello che appare, ma un insieme di motivi che le hanno rese così. La psicologia insegna che dietro alle reazioni ci sono insicurezze, fragilità, anche negli esseri che al contrario paiono forti e inossidabili sulle proprie posizioni. Leyla è l’esempio della donna sensuale che fa del proprio fisico l’arma di seduzione nei confronti del mondo, questo spingerebbe a definirla con tutti i termini peggiori, mentre è capace di emozioni bellissime, di atti estremi puri, di cedere alle lusinghe dell’amore e farsi stravolgere e “curare”. Leyla è la donna dentro a ogni donna, che va a tutti i costi riconosciuta e amata. Guai a demonizzarla.

Hai introdotto qua e là, dosandolo sapientemente con la realtà, qualche elemento magico. Forse dovremmo imparare a scorgere le tracce di infinito che abbiamo seppellito sotto le incombenze quotidiane.

Sono una patita di magia. Lo so la parola riporta a scenari mediovali, o fantasy, ma io in realtà la sento proprio nell’aria quotidiana. E’ un’energia che avverto nelle stranezze che ci coinvolgono, nelle circostanze inspiegabili con cui ci arrovelliamo il cervello per capire, nelle serendipità giornaliere. Mi piace mischiarle a ciò che l’umano credo ha scelto di accettare come realtà inconfutabile, per smorzare il totale materialismo dell’uomo. Mi piace inserirla nei racconti per ricordare che non tutto ciò che viviamo è fatto di materia palpabile, molta è invisibile eppure esiste, come l’aria, come il pensiero.

Nelle pagine del libro dove ho disseminato queste tracce spero di aver instillato nel lettore la curiosità a prestare più attenzione in futuro a quanto gli accade intorno. Chissà.

Tu racconti di donne mai vinte e che ce la fanno sempre, nonostante le ferite e le lotte. Un manifesto alla resilienza delle donne. È un messaggio importante.

Me lo sono imposto. Il lieto fine che regali serenità era una condizione sine qua che mi ha spinto a scrivere Vita e riavvita. Di donne sconfitte, vittime, annientate dall’amore, o di super donne inarrivabili stile “il diavolo veste Prada” non ne sentivo il bisogno. Volevo che a brillare fossero le vere eroine, quelle con cui le donne reali si possono riflettere: le donne comuni. Single, sposate, amiche, sorelle, madri, figlie, nonne… non per questo meno speciali, anzi molto più speciali di altre. Immerse nelle vita di ogni giorno, perse nella routine a cui tutte sentiamo di appartenere, ma altrettanto eroine. Con il peso della famiglia sulle spalle, di una solitudine ingombrante, di scelte complicate da portare avanti, di sogni nel cassetto da realizzare. C’è bisogno di crederci. Credere sia possibile trasformare la propria vita in qualcosa di meraviglioso, credere sia alla portata di tutti.

Un altro aspetto più tecnico di cui voglio parlare è la tua capacità di scrivere dal punto di vista di donne, di uomini, di una bambina e persino di un gatto. L’ultima prova mi ha divertito molto e mi ha ricordato i post dedicati ai tuoi due gattini.

Scrivere è una catarsi per me. Mi immedesimo sempre nei personaggi raccontati, per sentire appieno le emozioni che vivono. Le donne e la loro mentalità per quanto variegata, mi appartengono; gli uomini li conosco, ne sono figlia, compagna e amica; di bimbi ne ho due e spesso mi dicono legga loro attraverso; i gatti… sorpresa! Mai avuto un micio prima di qualche mese fa. Mai avvicinato un gatto per la paura “matta” mi graffiasse, eppure mentre scrivevo la storia di Amalia, un misterioso gattone nero mi è apparso in mente facendosi strada nel racconto e letteralmente folgorandomi! Solo dopo sono arrivati i miei adorati Tempesta e Kitty. Un segno del destino? Mi piace crederlo.

Per concludere questo nostro incontro , cara Nadia, vorrei che lasciassi ai miei lettori una traccia spero indelebile di Vita e riavvita.

Vita e riavvita è un sogno diventato realtà. Desideravo provare a me stessa di potercela fare. Scrivere un libro, pubblicarlo, aspettare che i lettori lo scegliessero, portarlo in giro, farlo vivere, osservare la magia che creava di volta in volta.

Lo so che qualcuno storcerà il naso. Non avevo velleità di successo da numeri folli, neppure di stravolgere la mia vita, volevo solo aprire il cassetto e lasciare uscire fuori il mio sogno. Seguirlo. Viverlo. Assaporarlo.

Con Vita e riavvita ho lanciato un messaggio che parla di serenità e speranza, la sua lettura intende portare a termine solo queste due finalità, ogni qualvolta ci riesce io sono soddisfatta. Ogni volta che occhi umidi si poggiano sulle pagine e assaporano la forza delle parole mi restituiscono energia. Ogni volta che un lettore mi racconta di essermi emozionato, io sono felice.

Perché ora sono pronta a svelarlo, anche a chi non ha letto il libro: “La vita ha un limite: quello che le diamo. E così la vita si riavvita su se stessa per renderci più forti.”

Ci lasciamo con un abbraccio.  Grazie Nadia per aver trasformato questo pomeriggio in un’esperienza di cui portare a lungo il ricordo.

Vorrei ringraziarti di cuore per queste bellissime domande che mi hanno permesso di raccontare il libro in maniera diversa, meno pragmatica, molto più profonda e viscerale e soprattutto spontanea. Ma vorrei ringraziarti anche per averlo letto e apprezzato. Considerato che sono solo una mamma casalinga, che ha messo da parte il diploma di maestra elementare per dedicarsi a tutt’altro, sono convinta esista un piccolo talento dentro ognuno di noi: tu hai quello della gentilezza e dell’eleganza. Questa cioccolata calda resterà la più deliziosa mai gustata in compagnia. Grazie di cuore.

Pagina dell’editore: https://bookabook.it/prodotto/vita-e-riavvia-storie-di-donne-comuni-e-speciali/

Pagina di amazon: https://www.amazon.it/Vita-e-riavvita-Nadia-Banaudi/dp/8899557675/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1498121138&sr=8-1&keywords=vita+e+riavvita

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

30 Risposte a “Una cioccolata calda con Nadia Banaudi”

  1. Vista l’ora e il digiuno questa cioccolata calda cade proprio a fagiolo! Conosco il lavoro di Nadia, ma non conoscevo il motivo, mágico, per cui fosse nata l’idea dei gatti (idea che continua con Tempesta). Trovo la capacità di unificare magia e femminile una forza che Nadia mostra anche nelle cose che fa, oltre che in quelle che scrive. Grazie Rosalia per averci svelato qual di lei ch’è forse non conoscevamo. Nadia ora si gode le interviste, che sono tante e mi fa piacere che ti facciano felice. Buona serata ragazze

    1. Grazie a te cara Elena per essere passata a salutarci! Spero che il lavoro di Nadia sia diffuso e conosciuto da un numero sempre maggiore di lettori e sono contenta di contribuire allo scopo ^_^

    2. Elena, è merito tuo se ho conosciuto Rosalia, quindi se lei ha letto il mio libro, sentiti complice di questo bellissimo regalo. Invece il merito di aver conosciuto te è di Maria Teresa. Insomma belle sorprese e scoperte in questo mondo fatto di tante incognite. Il web regala molto a quanto pare, come la vita.

  2. Complimenti all’intervistata e all’intervistatrice, in fondo alla fine il maggior sostegno ce lo diamo fra noi “scribacchini” (uso il termine in senso benevolo, mi ci autodefinisco anche io 😉

    1. Grazie Ariano, è vero. Comunicare tra noi e sostenerci a vicenda sono gli aspetti che mi fanno apprezzare di più l’avventura del blogging 😉

    2. Concordo Ariano. Innanzitutto grazie per i complimenti, ma li merita in maggioranza Rosalia. Scribacchina mi ci sento, con tanto da imparare e con la voglia di non smettere mai. Però dicevo concordo. Il sostegno tra autori è una rassicurazione importante.

  3. Nadia ha un animo sensibile e ti ringrazio per questa bella intervista, ho letto con curiosità le domande anche per vedere cosa ci poteva essere in comune con quelle che le farò sabato dal vivo!

    1. Ciao Sandra, grazie a te per essere passata. Concordo sulla profonda sensibilità di Nadia e mi piacerebbe conoscerla dal vivo. Intanto in bocca al lupo per sabato!

    2. Dove sta il fazzoletto? Mi sento coccolata come se fosse la mia festa. Grazie. Al solo pensiero che Sandra mi farà certe domande non concordate dandomi spago mi sta elettrizzando. Quello che sto vivendo ha sempre più le sembianze di un bellissimo sogno. Grazie davvero di farne tutti parte.

  4. Questo lo scrivo nei commenti anche a completamento dell’intervista.
    Non potete immaginare il salto che mi ha fatto il cuore quando nella casella di posta ho trovato la mail con la richiesta dell’intervista! A me? L’intervista? Da una lettrice-blogger? Ma davvero? E poi ho iniziato a ridere in maniera incontrollata, tanto che il mio compagno pensava fossi impazzita. Sappiate solo che ho fatto le 2 di notte perché non ho resistito a rispondere alle domande. Mi sono addormentata così felice e grata che nemmeno un bimbo con la pancia piena…
    Questa tazza di cioccolata è la più buona che abbia mai assaggiato, e giuro io ADORO il cioccolato!
    Grazie di cuore, Rosalia.

    1. Il manoscritto è pronto da tempo, revisionato ed editato, ho anche alcune amiche come te pronte a diffonderlo. Manca solo un editore 😀

  5. Vita e riavvita è il prossimo in lettura, tra un Murakami e l’altro. Per dire eh! alla faccia della casalinga! Che poi, la vogliamo smettere con demonizzare le casalinghe? Sono quelle che con i tripli salti mortali carpiati mandano avanti un modello societario difficilissimo, la famiglia! 😀

    1. Concordo sul compito difficilissimo delle casalinghe. In realtà Nadia non è solo una casalinga, mamma e compagna, ma anche una scrittrice, il che è un valore aggiunto 😉

      1. Così mi monto la testa, io sono più per definirmi autrice, anche se quell’appellativo là mi fa gola eccome, chissà se prima o poi con tanto impegno…

    2. Oh, mamma! Non so mica se reggerò il confronto, magari come rilassamento tra una lettura e l’altra sì. Speriamo.
      No, no le casalinghe fanno storia, vogliamo parlare delle desperate housewives?

  6. Brava Rosalia, sembrava proprio di essere al bar a gustare una cioccolata insieme a voi. Ho letto con piacere le parole di Nadia sul libro perché sono contenta di avere partecipato alla sua campagna di crowdfunding e di averlo ricevuto a obiettivo raggiunto.. Ho solo una pecca da confessare: non sono riuscita ancora a leggerlo, ma è lì e aspetto solo di completare altre letture in corso per dedicarmi con gusto a questa. Intanto io trovo in Nadia una delicatezza e una grinta che apprezzo molto: siamo due “casalinghe”, due mamme, conosciamo la stessa realtà di vita familiare e a me, già, basta questo per sentirmi in sintonia con lei.
    In bocca al lupo per tutto, e per oggi auguri: so che è stato il giorno della presentazione doppia con Sandra e che è andato tutto bene.

    1. Grazie Marina per essere passata di qui. Concordo, pur non conoscendo Nadia da molto, credo che in lei delicatezza d’animo e forza vadano a braccetto. In lei convive lo stesso binomio con cui ha caratterizzato le sue “eroine” ^_^

    2. Grazie Marina, da donna a donna e da casalinga, mai intristita nel ruolo, ammetto che ascoltare le tue parole mi fa un gran piacere. Aspetterò con trepidazione che anche tu ti avventuri tra le pagine del libro per scoprire le impressioni, sperando confermi la fiducia che hai avuto nel momento del sostegno.
      Lo ammetto, la presentazione è stata un bellissimo momento, un incontro, una concomitanza di piacevoli sorprese e conferme: noi donne unite possiamo davvero fare molto.

  7. Sto terminando proprio in questi giorni anche io il libro di Nadia ed è stato molto piacevole questo approfondimento. Credo che Rosalia abbia centrato con molta sensibilità i punti di forza delle storie di Vita e riavvita, brava! E Nadia ha soddisfatto molte curiosità che erano anche le mie. Una cioccolata calda virtuale per tutti, questa intervista, complimenti a entrambe.

    1. Grazie Maria Teresa, venire letta da “lettrici” speciali come voi è più di un onore nemmeno immaginabile. Rosalia è stata davvero deliziosa, concordo e la tazza la abbiamo presa tutti insieme.

  8. Mi avete fatto venir voglia di cioccolata calda! Bella intervista comlimenti a entrambe, Nadia è una persona generosa e questo traspare molto dal suo libro e dalle storie di donne che racconta. Ho letto il suo libro ed è proprio una carezza sul cuore.

    1. Che bello Giulia sorseggiare insieme questa cioccolata calda, ma hai visto quanti siamo? A dire il vero quante, a parte un uomo, tutte donne e che donne! Sono onoratissima e inutile mi ripeterò, grazie a tutte voi!

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