La pistola di Cechov

“Se in un racconto compare una pistola, bisogna che prima o poi spari.”

La frase è di  Anton Cechov e viene ritenuta un principio fondamentale della drammaturgia narrativa, cinematografica e teatrale.

Il principio ormai  noto come “la pistola di Cechov”, può essere valido per un duplice scopo:

  • Serve a introdurre già dalla prima scena della storia un elemento che nella conclusione si riveli fondamentale
  • Ricorda di non inserire nella trama elementi superflui, che non abbiano una funzione ai fini della storia stessa.

L’elemento fondamentale

Avete presente il film “Sesto senso”? La prima scena sembra avulsa dal contesto e apparentemente non pare correlata in alcun modo. Ebbene, al termine, quando viene rivelata la vera natura del protagonista, la stessa scena diventa l’elemento fondamentale e costringe lo spettatore a una nuova reinterpretazione del tutto.

La tecnica soprannominata “la pistola di Cechov”,  che in termini tecnici è detta anche Anticipazione, è sopraffina e fa spiccare alla storia un vero salto di qualità.

Molti autori hanno preso le distanze da un simile stratagemma, liquidandolo come una sorta di artificio che niente ha a che vedere con la realtà. Gli scrittori del romanzo realistico storcono la bocca e bocciano in pieno tutto ciò che non ha a che fare con le vicende della vita. È però vero, a confutare queste posizioni, che la realtà è spesso casuale e monotona e non può appartenere alla narrativa senza essere romanzata.

Anche le storie vere, quelle tratte da un’autobiografia, spesso sono edulcorate dal racconto cinematografico e romanzesco, rivestite cioè di un’aura epica, che poco ha a che vedere con la prosaicità della vita vera.

La pistola di Cechov è uno stratagemma che serve per produrre un colpo di scena finale, il Ribaltamento, e può condurre il lettore a scoprire una verità insospettata sulla natura del protagonista o di qualsiasi altro personaggio.

L’elemento superfluo

Il principio della Pistola di Cechov serve inoltre a sottolineare che in una storia ogni elemento inserito deve avere una funzione, non può essere messo lì a caso.

Se di contro, abbiamo introdotto un fatto o un personaggio che dopo qualche riga scompaiono nel nulla, senza lasciare traccia di sé, significa che essi  non erano necessari ai fini della storia, quindi superflui.

Questo principio è complesso e riguarda la sfera metacognitiva della narrativa; per applicarlo in modo efficace non nego che ci vuole, ahimè, un’abilità da grandi scrittori. Noi accontentiamoci intanto di lavorare su questo aspetto, facendoci costantemente una domanda: l’elemento che ho introdotto, serve a far evolvere la storia? Se la risposta è negativa, possiamo tranquillamente sbarazzarcene. Ne guadagnerà la storia e ne guadagnerà il lettore che non ama perdersi nelle elucubrazioni dello scrittore.

Un discorso a parte merita il finto elemento superfluo, cioè quello che alcuni giallisti introducono per depistare il lettore. L’elemento che alla conclusione della storia si rivelasse inutile, non lo è se ha condotto il lettore a pensare esattamente il contrario. Lasciamo, però, questa tecnica al genere giallo, che conta molti estimatori;  il lettore generalmente non ama essere preso in giro e i depistaggi sono un’arma a doppio taglio, invece di creare l’effetto sorpresa, potrebbero infastidire.

Concludendo

In conclusione vorrei consegnarvi questa mia piccola considerazione. Il viaggio che stiamo percorrendo insieme nel mondo della scrittura ci riserva ogni volta una nuova scoperta; tutto ciò a ricordarci, se mai ce ne fosse bisogno, che la scrittura solo apparentemente è un’attività legata alla spontaneità. Si serve, invece, di esperienza e di conoscenza di tecniche specifiche. Questo però non ci deve scoraggiare, anzi ci serve per trovare nuova determinazione a proseguire nella nostra passione.

Lasciate le vostre considerazioni, mi raccomando. Alla prossima!

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

5 Risposte a “La pistola di Cechov”

  1. Interessante, aiuta a riflettere soprattutto per quanto riguarda l’inserimento di particolari inutili, che spesso sovraccaricano un racconto.

  2. Ciao,
    concordo con quanto scrivi, è necessario che in una storia ci siano elementi fondamentali, anche se non vengono usati per un’anticipazione o un ribaltamento, però credo che in una storia ci possano essere un altro tipo di finti elementi superflui, che non servono a depistare il lettore. Mi riferisco a quei fatti o quei personaggi che pur essendo secondari e scompaiono presto, creano l’atmosfera della storia, un po’ come le comparse in un film, e con cui l’autore potrebbe offrire diversi spunti interpretativi della sua storia, anche se non deve farlo per forza.

    1. Giusto, Renato! Infatti si tratta di “finti” elementi superflui, come dici tu. Ogni elemento che entra in una narrazione dovrebbe avere uno scopo, per quanto minimo, anche solo per creare un depistaggio o per delineare un’atmosfera suggestiva. Mi trovi d’accordo su tutto.

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