“Piccoli trucchi per scrivere con più costanza” Guest post


Alma Tadema_L'attesaAnima di Carta, alias Maria Teresa Steri, già nostra ospite in una recente intervista, ci ha inviato un Guest Post sulle fasi cicliche della scrittura e sulle valide strategie per ricondurre la passione che ci accomuna alla virtù della costanza. Con il tratto nitido che la contraddistingue, Maria Teresa invita tutti noi a una riflessione davvero utile.

“Chi ben comincia è a metà dell’opera” recita il proverbio. Purtroppo quando cominciamo a scrivere un romanzo (o un qualsiasi altro testo) non ci sentiamo affatto a metà dell’opera, anzi spesso accade che dopo una prima ondata di entusiasmo ci ritroviamo a fare i conti con tutta una serie di fattori che ci rallentano nella corsa verso il finale, tanto esteriori quanto interiori. L’impresa può a volte rivelarsi così complessa da portarci ad abbandonare l’intento, lasciando il lavoro incompleto. Oppure cadiamo nella trappola di concederci delle soste, che poi si rilevano sempre più lunghe di quanto avremmo voluto.

Non ho usato a caso il termine “ondata”. A volte ho proprio l’impressione che nella scrittura esistano basse e alte maree, momenti di creatività con pagine e pagine scritte come sotto un influsso medianico, e momenti di fiacca in cui scrivere è faticoso e non si produce nulla di valido. Assecondare queste fasi è la cosa più facile e ovvia, ma secondo me anche nei momenti di bassa marea è possibile garantire alla nostra scrittura una certa costanza, magari con un po’ di disciplina e qualche compromesso.

  1. Scrivere è una attività solitaria, ma il sostegno di chi ci sta vicino è indispensabile. Anche quando tutti ci remano contro, è importante cercarsi alleati, ne basta uno, qualcuno con cui parlare di quello che stiamo facendo, o almeno a cui raccontare i nostri progressi, qualcuno che ogni tanto ci chieda: “A che punto sei?”.
  1. Molto utile è l’abitudine di scrivere senza computer ed essere ricettivi rispetto al mondo intorno a noi. La scrittura può diventare il punto di arrivo di un processo che si svolge mentre siamo impegnati a fare altro, anche semplicemente a vivere le nostre vite. Per esempio basta un pezzo di carta per annotare ciò che si osserva, le persone, i gesti, le parole che udiamo.
  1. Quando si scrive, grandi nemici possono rivelarsi l’indolenza e il vizio di lasciarsi distrarre da Internet. In entrambi i casi è utile scendere a compromessi con se stessi, facendo una sorta di patto come con i bambini capricciosi: se scrivi una pagina, subito potrai concederti mezzora di svago e tutto il vagare su Internet che ti pare!
  1. A volte pensiamo di non riuscire a produrre niente di buono, ma è solo un problema mentale. Qualche volta basta fare un piccolo sforzo e scrivere in libertà quello che ci passa per la testa, per scoprire che abbiamo forzato il blocco senza rendercene conto.
  1. Dirsi “ho tutto il tempo” e rimandare il momento della scrittura è deleterio. Troppo spesso siamo portati a considerare la scrittura come qualcosa di libero, a meno di avere un concorso con data prefissata o specifiche indicazioni di un editore. Proviamo invece a fissare piccole mete da raggiungere in un arco di tempo piuttosto breve e sforziamoci di rispettarle. Per esempio, scrivere un capitolo, rivedere un tot di pagine, progettare una scena e così via.
  1. Se siamo abituati a seguire l’ispirazione, questo comporterà moltissimi buchi tra una sessione di scrittura e un’altra, allungando molto i tempi. Questi momenti di “silenzio” possono diventare produttivi se li utilizziamo per rivedere e migliorare quello che abbiamo già scritto, alternando stesura a revisione.
  1. Cos’è che ci ispira? Una volta che abbiamo scoperto cosa scatena la nostra creatività, teniamolo sempre a portata di mano come Musa. Per esempio, ci sono libri che mi ricaricano sempre quando li leggo. Posso ottenere lo stesso effetto anche ascoltando particolari tipi di musica. A volte basta pochissimo per creare l’atmosfera giusta che concilia la scrittura. Ognuno ha i suoi mezzi in questo senso.
  1. Altrettanto importante è individuare il momento della giornata in cui rendiamo di più. Io per esempio ho capito che subito dopo pranzo sono molto più creativa, mentre la mattina sono più razionale, e dopo una certa ora mi spengo mentalmente! Così la mattina scrivo per il blog, dopo pranzo scrivo narrativa e il pomeriggio lo dedico ad altre attività.
  1. A volte sono gli altri a impedirci di dare il massimo. Stabiliamo uno spazio e un tempo “sacri” e stringiamo un accordo con familiari e coinquilini: in questa fascia oraria la stanza dove si trova il computer è tutta per me e non voglio essere disturbata!
  1. Se pianifichiamo molto, questo può togliere un po’ la voglia di scoprire “cosa accadrà” e portarci alla noia. Proviamo a sorprendere noi stessi uscendo ogni tanto dai binari e lasciando un certo margine di improvvisazione per esempio nello svolgimento della scena.
  1. Scrivere un intero romanzo può sembrare a un certo punto un’impresa soffocante, qualcosa che comporta troppo tempo e troppo impegno, con la conseguente sensazione di sopraffazione. Ma solo i piccoli passi quelli che contano. Se non abbiamo pianificato l’intero viaggio all’inizio, proviamo a progettare solo la prossima tappa, scrivendo anche poche righe alla volta. Arriveremo alla fine senza troppo stress.
  1. Per scrivere con costanza abbiamo bisogno di una motivazione. Nei momenti di stanchezza occorre ricordare a se stessi perché vogliamo portare a termine ciò che abbiamo iniziato. Cerchiamo di tener sempre presente ciò che ci aspettiamo dalla scrittura e quanto può darci realisticamente.
  1. Un espediente per scrivere con costanza può essere paradossalmente anche quello di prendersi delle pause ogni tanto. L’importante è che queste non siamo dettate dalla pigrizia, ma dal bisogno reale di riposare la mente. Staccarci un po’ da quello che stiamo scrivendo è terapeutico e ci porterà ad affrontarlo in seguito con più grinta e idee nuove.

In conclusione, anche se la scrittura resterà forse sempre un’attività con i suoi alti e bassi, fare del nostro meglio per portarla avanti non può che giovare. Voi cosa ne pensate? Avete un vostro metodo per scrivere con costanza?

 

anima di carta Mi chiamo Maria Teresa e “Anima di carta” è la mia casa virtuale, nata dalla mia passione per la scrittura e dal bisogno di condividerla con altri. Quando scrivete un romanzo siete soli con voi stessi. Create un mondo che voi soli conoscete e vi immergete in esso. È come avere delle chiavi di un mondo parallelo al quale, per il momento, solo voi avete accesso. Con il mio blog mi auguro di farvi sentire un po’ meno soli.

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

31 Risposte a ““Piccoli trucchi per scrivere con più costanza” Guest post”

  1. Tutti i consigli che dai sono assolutamente validissimi. Alcuni li applico già.
    Il dopo-pranzo è il momento della giornata in cui sono meno creativa, specialmente se mi trovo in casa. Di solito in quel momento leggo. Al contrario, se non lavoro il momento in cui rendo maggiormente è il tardo pomeriggio, fra le 17:00 e le 20:00. Nel weekend anche la mattina è spesso piuttosto proficua. E sono sincera: mi manca un po’ la scrittura notturna che tanto mi rendeva ai tempi dell’università.
    Per quel che riguarda il lavoro, cerco di dedicare almeno un’ora al romanzo per cinque giorni alla settimana, alternando progettazione (il famoso foglio Excel che ti manderò prima o poi) e scrittura. Ovviamente, i due giorni di “stop” sono il lunedì e il giovedì, quando inizio a fissare lo scheletro del post in pausa pranzo (forzando la sonnolenza che mi viene a quell’ora) e concludendolo quando torno a casa.
    Per il resto, tutti i suggerimenti che dai sono validissimi, forse perché abbiamo due approcci alla scrittura molto simili fra loro.

    1. Mi sembri organizzatissima!
      La scrittura notturna ha qualcosa di magico, purtroppo io a una certa ora crollo e anche in questo periodo in cui soffro di insonnia non avrei comunque le forze. Di certo il silenzio che c’è da una certa ora in poi aiuta molto la creatività 🙂

  2. Il post che hai proposto è molto utile. Ogni tanto fermarsi e pianificare
    si rivela un esercizio fruttuoso.
    Per quanto riguarda il mio rapporto quotidiano con la scrittura, devo
    dire che è altalenante. Sono alla ricerca della virtù della costanza e
    il blog, in questo mi è di aiuto. Io, quando non lavoro, amo scrivere al
    mattino, dalle sei alle nove/dieci. Dalle dieci in poi mi occupo di altro.
    Nel primo pomeriggio rivedo quello che ho prodotto al mattino e alla sera
    organizzo per il giorno dopo, ma non scrivo. Da una certa ora in poi, cado in una sorta di limbo. :))

    1. Penso che al di là degli orari che variano da persona a persona, la regolarità aiuti molto, soprattutto per non perdere il legame con quello che stiamo scrivendo. Hai ragione, avere un blog in questo senso è un ottimo allenamento!
      Ti ringrazio ancora per l’ospitalità 🙂

  3. Io mi sveglio alle 4 del mattino ogni giorno, compreso il weekend, e mi sforzo di sfornare almeno 500 parole. Nei momenti buoni, sono molte di più e arrivano che è un piacere; nei momenti morti, sono solo 500 e le devo estrarre come con i denti dalla bocca di un cavallo (senza anestesia). La verità è che, al di là dell’alta o bassa marea, si vive quasi sempre nella risacca. Bisogna arredarso quel cazzo di stagnetto e capire fin sa subito che se si vuole scrivere per mestiere è quello il posto in cui passerai il resto della vita… che tu abbia successo o meno. 😀

    1. Credo anche io che se si vogliono fare le cose seriamente occorre un certo impegno, e tu non si può dire che non ce lo metta 🙂
      In un certo senso hai ragione, a parte le rarissime ondate di ispirazione, si deve convivere con quelli che sono i nostri ritmi e adeguarvisi, cioè arredare lo stagnetto. Credo che la differenza con uno scrittore professionista sia anche in questo, non farsi troppo condizionare dai momenti “sì” e “no”.

      1. Ti capisco bene, il tempo non basta per leggere tutto quello che si vorrebbe. A volte ho riletto dei romanzi, ma mi piace anche leggiucchiare qualche riga ogni tanto. Se provi, fammi sapere che effetto ti fa 🙂

  4. Molto utili questi consigli!
    Anche a me capita di leggere libri che mi danno la carica, ma siccome mi sono imposta di non leggere due volte lo stesso libro, altrimenti non riesco a leggere tutto quello che vorrei leggere, non ho mai pensato di tenerli a portata di mano come musa ispiratrice…

  5. Consigli molto validi: quest’estate, in campagna, senza linea, dunque web, l’unica cosa che mi rimaneva da fare era scrivere; ho dato una bella spinta in avanti al mio secondo romanzo che ha tempi lunghi di percorrenza. Ma è vero, il tempo va organizzato: io scrivo solo di mattina, quando resto sola a casa (figli e marito via!), il silenzio è il mio complice più prezioso. Quando poi l’attenzione e le idee scemano, allora mi fermo e non forzo l’ispirazione. Funziona, ma di sicuro non mi aspetto di finire il libro presto: anche se cammino lentamente, so che non disperdo le energie, non mi distraggo, mantengo costante il mio impegno. E questo mi consola! 🙂

    1. Condivido in pieno il tuo approccio, Marina. Anche io procedo lentamente e cerco di non forzare mai l’ispirazione, anche se ultimamente sto cercando il più possibile di non perdere quel filo che mi lega alla storia in modo da mantenere comunque un certo ritmo. Il silenzio è prezioso, hai ragione! Bisogna approfittarne sempre quando c’è 🙂

      1. Cerco di applicare ogni giorno alla scrittura il famoso detto zen riferito alla meditazione:

        Dovresti sedere in meditazione venti minuti al giorno, ma se non ne hai il tempo allora dovresti starci un’ora al giorno.

  6. Devo dire che da quando, nel dicembre 2010, ho deciso che avrei fatto della scrittura la mia attività principale, ho sempre scritto con regolarità. Di sicuro è molto utile ignorare tutte quelle vocine interiori che ti remano contro e ti dicono che sei troppo stanco, hai troppo da fare ecc…
    Scrivo bene al mattino e nel pomeriggio, mentre mi spengo inesorabilmente al calar del sole… si vede che funziono a energia solare.
    Ho poi scoperto, con il tempo, che rendo di più scrivendo in biblioteca piuttosto che a casa, perché è un ambiente più neutro e non ho distrazioni (non porto con me neppure il cellulare).

    1. Deve essere bello scrivere in biblioteca, immersi nel silenzio e circondati dai libri!
      Le vocine di cui parli sono un grande ostacolo per me, riuscire a non ascoltarle è una grande conquista, complimenti. Io devo ancora combatterle e a volte cedo, ma ho anche notato che la voglia di scrivere comincia ad avere la meglio 🙂

  7. Condivido il tuo pensiero su tutti i fronti, e sottolineo l’importanza dei piccoli passi. Certe volte è il nostro meglio, di più non possiamo fare; ma la differenza tra il “poco” e il “niente” è enorme, sia nei risultati che nella nostra percezione di noi stessi.

    1. Vero, la percezione di noi stessi conta molto. Riuscire ad andare avanti anche lentamente per me è importante, è un po’ come arrampicarsi su una montagna senza guardare giù… 🙂

  8. Ottimi consigli, per me l’aiuto più valido è il mettermi al computer quando ho ancora un occhio mezzo chiuso e la mente libera da qualsiasi altro pensiero, mentre il nemico numero uno è la fame, che mi chiude la vena e mi toglie ogni energia.

    1. Sì, hai ragione, avere la mente libera è importante. L’ideale forse sarebbe anche riuscire a scrivere senza le distrazioni di internet. La fame però si può risolvere, no? Basta qualcosa da sgranocchiare vicino al pc… 🙂

  9. I tuoi consigli sono tutti utilissimi… l’unico che non condivido, per il mio carattere, è una persona che mi chieda: “A che punto sei?”. Mi sembrerebbe di avere a che fare con il capo di turno cui devo rendere conto dei miei tempi! Questo perché non voglio mettere troppa pressione sulla mia attività di scrittura (viceversa, considero ore e spazi dedicati alla scrittura come intoccabili). Però cerco io stessa di darmi delle date, quello sì, e di organizzarmi il fine settimana di volta in volta, rinunciando anche a delle uscite piacevoli. Purtroppo scrivere vuol dire anche fare dei sacrifici, se ci si tiene veramente.

    1. No, troppa pressione non la sopporterei neanche io, come dici tu diventerebbe una specie di lavoro. Diciamo che avere qualcuno che mi chieda con curiosità quanto mi manca mi sprona, ma se dovesse esagerare non lo sopporterei! Indubbiamente la scrittura non si può vincolare troppo, i sacrifici si fanno volentieri sempre che non diventino un peso.

  10. Bellissimo post! Complimenti!
    Io sono l’esempio vivente che la distrazione “internet” può portare alla rovina. Ieri ho forzato me stessa e non ho acceso il wi-fi nè lo smartphone, e sono riuscita a scrivere quell’articolo che non riuscivo a scrivere dallo scorso novembre.

    1. Ciao Eli, ti ringrazio. Internet è una grande fonte di disturbo, ti capisco molto bene. Il brutto è quando ti dici: solo cinque minuti e poi mi metto a scrivere. E poi ti accorgi che è passata un’ora! Purtroppo tutto quello che si può fare è forzarsi e minimizzare le distrazioni come hai fatto tu!

  11. Sono molto d’accordo con i tuoi consigli. Il mio metodo è fare poco alla volta, ma con costanza (che si tratti di scrittura o di documentazione/progettazione). Tengo un diario cartaceo di appunti e sfoghi dove ragiono in modo sistematico su quello che sto scrivendo, e vomito le mie preoccupazioni e frustrazioni letterarie 🙂 e lì mi scateno con adesivi, penne colorate e glitter…sembra il quaderno di una bambina delle elementari, ma è un mio modo per gratificarmi. Quanto mi piacerebbe avere un alleato! Mi sembra sempre di essere asfissiante quando parlo di scrittura ad amici e parenti (so quanto può essere ossessivo uno scrittore)… per fortuna c’è il blog, anche se non è esattamente la stessa cosa.

    1. Una bella idea quella del diario, sono certa che ti aiuti moltissimo.
      Capisco bene quello che dici sul parlare a parenti e amici della nostra scrittura. Il problema è che noi che scriviamo abbiamo un nostro modo di vedere le cose, quasi un nostro mondo, e non è mai facile farsi capire da chi non scrive o condividerlo. Anche per me è lo stesso, un po’ il blog assolve a questo compito, ma chiaramente non si ha il faccia a faccia.
      In ogni caso se ti serve qualcuno con cui sfogarti, scrivimi pure 🙂

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