“Mi sento soffocare” 3° racconto prescelto

labirintoUn monologo ricco di pathos, con finale a sorpresa è la risposta di Roberto alla traccia “La rivelazione”. Il protagonista è vittima di una crisi di nervi o qualcosa d’oscuro lo sta per mettere alla prova? Scopriamolo insieme.

 

Sono le due del pomeriggio di venerdì, oggi smetto di lavorare prima del solito, mi cambio gli abiti e indosso i miei jeans, il maglione a girocollo, gli stivali da moto, il giubbotto e via verso casa.

La giornata è bella, l’inverno sta per finire e l’aria è piacevolmente fresca. Provo una strana sensazione, sento come se qualcosa mi stringesse la gola, un senso di fastidio più che di dolore, cerco di concentrarmi sulla guida, girando in moto per le strade di Roma non posso permettermi di pensare ad altro.

Arrivo a casa, il tempo di togliere il giubbotto e lavarmi le mani e mi siedo a tavola.

Mangio di gusto, ho fame, ma ho sempre quella strana sensazione che qualcosa mi stringa il collo. Ho starnutito tutto il giorno per via dell’allergia, ma non sento bruciori alla gola, no, non è il classico arrossamento delle tonsille o il preludio di un’influenza, piuttosto come una mano che mi stringa la gola quasi a volermi strozzare.

Ogni tanto con le dita allargo il maglione e ho la sensazione di stare un po’ meglio, ma è un benessere momentaneo, subito torna quella fastidiosa percezione che qualcuno o qualcosa mi stia soffocando.

Mi alzo da tavola e mi siedo sul divano, provo a leggere il giornale, così per distrarmi, ma la mano invisibile continua a sfiorarmi il collo, quasi una carezza che stringe sempre di più.

Nel silenzio della stanza provo a controllare il corpo, respiro profondo a occhi chiusi. Ascolto il cuore e il suo battito lento e regolare, anche il polso va che è una bellezza. Forse è solo suggestione, che sia un attacco di panico?

NO, non so, non ne ho mai sofferto e non ne conosco i sintomi, e poi panico di cosa? Non sudo, non ho brividi, solo una morsa che stringe il collo, una garrota invisibile.

Son già le quattro, mi alzo e giro senza meta per il soggiorno, seduto il senso di soffocamento era più evidente; guardo gli oggetti sul tavolo sfioro con le dita i mobili, qualcosa non va, sì ma cosa?

Mi avvicino allo specchio e mi ci guardo dentro, cerco una risposta in me stesso, mi osservo vorrei capire questo malessere e la sua origine. Sarà un malanno del corpo o dell’animo?

Mentre mi guardo allo specchio, accade una cosa strana, l’immagine riflessa muove le labbra, come se volesse parlare, mi tocco la bocca, è chiusa mentre il mio io riflesso parla.

Ssssshhhhhh… silenzio … mi avvicino allo specchio, sento una voce, forse la mia immagine riflessa vuole parlarmi, il mio inconscio vuole dirmi cos’è questa cosa che mi turba, questa stretta che va e viene, quasi appoggio l’orecchio e sento una voce sussurrare:

Ti sei messo il maglione al contrario, cretino”.

 

PROFILO BIOGRAFICO DELL’AUTORE

Roberto Scarpone, “romano e romanista da sempre e per sempre”, si definisce dilettante di tutto: scrivere, fotografare, andare in moto.

google.com/+robertoscarpone1958

http://robertoscarpone.blogspot.it/

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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