“La scrittura è una piantina delicata…” Intervista

Incoraggiare-la-riqualificazione-ambientale-immagine-Eu-You-BlogLa padrona di casa di Anima di carta, un blog molto seguito dagli appassionati della scrittura, ha accettato di rispondere alle nostre domande sulla scrittura e il blog writing.

L’intervista ha messo in luce, in particolare, quanto la passione per la scrittura creativa si nutra dell’esperienza di un blog. Lo scambio che ne è scaturito presenta spunti interessanti che vale la pena di leggere.

Per i pochi che non conoscono Maria Teresa ” Anima di Carta”, aggiungiamo qualche informazione: è una scrittrice con un romanzo edito alle spalle “Custodi del destino” e un altro in attesa di pubblicazione. Cinque anni fa ha fondato il blog che ama definire la sua casa, nella quale condivide con i lettori idee ed esperienze. In questi cinque anni i due mondi paralleli in cui si muove con grande disinvoltura, la scrittura e il blogging, sono cresciuti di pari passo e in qualche modo si sono compenetrati.  Ma sentiamo le sue riflessioni…

D- Grazie Maria Teresa per aver accettato di rispondere alle domande di Scrivere la vita blog. Comincio con una domanda scontata: perché hai deciso di fondare il blog Anima di carta?

R– Prima di tutto vorrei ringraziare te per questa intervista, essere tua ospite è un onore.

“Anima di carta” è un blog nato circa cinque anni fa dal mio bisogno di entrare in contatto con persone che condividessero la mia stessa passione per la scrittura e soprattutto che avessero voglia di confrontarsi sugli argomenti a essa legati. Avevo già avuto modo di conoscere altri aspiranti scrittori, ma spesso il confronto non andava oltre il parlare (qualche volta solo lamentarsi…) del mondo dell’editoria, mentre io cercavo un dialogo più incentrato sui processi e le tecniche della narrativa, e sopratutto fondato sul desiderio di migliorarsi come autori.

D Tu sei una scrittrice oltre che blogger: ritieni che siano due attività complementari? In che misura il blogging può essere utile a uno scrittore?

R– Sì, penso siano due attività complementari, anche se il tipo di scrittura è molto diverso. Non credo che sia così automatico che un autore di narrativa sia anche buon blogger o viceversa, di certo però scrivere post è un ottimo allenamento. Ma sopratutto il grande valore di un blog è la possibilità di avere dei “compagni di viaggio”: la strada di chi vuole diventare scrittore è lunga e dura, avere al proprio fianco qualcuno in grado di capirti e all’occorrenza sostenerti è una cosa preziosa.

D In che modo è cresciuto il blog Anima di Carta, quali iniziative gli hanno permesso di decollare?

R– È stata una maturazione progressiva che è andata di pari passo con la mia. Ma la verità è che se “Anima di carta” è cresciuto, il merito è soprattutto di chi lo frequenta. All’inizio il mio intento era quello di condividere quello che sapevo sulla scrittura e che avevo imparato. Nel frattempo la mia esperienza è cresciuta, ma soprattutto ho cominciato a considerare il mio spazio virtuale come una casa, un salotto dove ognuno può dire la propria. Al contrario di quello che molti credono, un blog non è un diario, è un luogo che si regge sullo scambio costante di opinioni.

DQuanto tempo dedichi al blog e quanto alla scrittura dei tuoi romanzi?

R– Cerco di dividere equamente il mio tempo libero, anche se un blog e la rete in generale può fagocitarmi molto, se non sto attenta. Spesso mi capita di dovermi “costringere” a lavorare sul romanzo che ho in corso, staccando l’attenzione dal blog o da quelli che seguo.

D Il timore dei blogger della prima ora come me è che l’entusiasmo si esaurisca e lasci il campo alla routine, che spesso è sinonimo di noia. Come si fa a scongiurare questo pericolo?

R– In realtà non ho mai provato noia, forse perché cerco di alternare gli argomenti, cercando sempre nuovi stimoli. Forse il modo migliore per scongiurare il pericolo di cadere nella routine è proprio quello di non fossilizzarsi su un unico tipo di post o di tematica. D’altra parte, credo che un blog in generale debba alimentarsi della passione, se questa si affievolisce, si esaurisce anche l’entusiasmo. Se smettessi di scrivere, probabilmente chiuderei anche il blog.

DNel tuo blog tratti molti argomenti inerenti il mondo letterario, quali catturano maggiormente l’interesse del lettore?

R– La maggior parte dei lettori va in cerca di informazioni legate all’editoria e alla pubblicazione, per esempio come mandare un manoscritto, selezionare case editrici, auto-pubblicarsi o promuoversi. Una parte altrettanto grande va in cerca di consigli spiccioli su come scrivere un romanzo e si accontenta di suggerimenti generici. Molto meno numerosi (ma esistono per fortuna) sono quelli che puntano ad approfondire tecniche e argomenti legati alla scrittura, con l’intento di migliorarne la qualità.

DCome vedi il futuro di Anima di carta? Hai delle iniziative in cantiere?

R– Ho in mente un progetto che coinvolge altri blogger-scrittori, ma è ancora in fase di ideazione nebulosa, quindi per ora non posso rivelarti nulla! Mi piacerebbe anche raccontare di più dei due romanzi che ho in cantiere e condividere delle riflessioni nate da questo lavoro. Inoltre, vorrei aumentare il numero delle interviste agli autori, perché credo che si possa dare molto con la propria esperienza, in particolare se è legata a uno specifico genere.

D Daniele Imperi di Penna blu, a chi aspira ad affermarsi come autore, consiglia di gestire un blog. Sei della stessa opinione?

R– Assolutamente sì. Un blog è una grande opportunità per un autore, prima di tutto perché gli permette di dimostrare come scrive. Inoltre, gli dà la possibilità di entrare direttamente in contatto con i lettori, ottenendo un feedback immediato, o con chi lavora nel mondo editoriale, cosa che solo qualche decennio fa non era possibile. Nella nostra epoca un blog costituisce anche una vetrina, a patto di non essere autoreferenziali in modo eccessivo.

DTre consigli ai lettori di Scrivere la vita blog che vogliano coltivare la passione della scrittura.

R– Sono convinta che una delle cose più importanti nella scrittura sia non avere fretta. Gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione ci danno l’illusione che tutto possa essere ottenuto subito, ma non è così. Una scrittura di qualità ha bisogno di tempo, elaborazione, revisione e tanto impegno.

La seconda cosa che trovo importante è imparare a leggere in modo intelligente. Di solito si suggerisce a chi scrive di leggere tanto, ma non basta. È molto utile analizzare come altri autori gestiscono la trama, trasmettono emozioni, usano le parole e così via. È uno “studio” che vale molto più di tanti manuali di scrittura.

Un terzo consiglio è di considerare il nostro amore per la scrittura come una piantina molto delicata, da nutrire, curare e soprattutto proteggere con grande attenzione.

Vi lascio con questa profonda riflessione e vi invito ad andare a trovare Maria Teresa direttamente a casa sua.

animadicarta.blogspot.it

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

20 Risposte a ““La scrittura è una piantina delicata…” Intervista”

  1. Bell’ intervista, Teresa!
    Sono d’accordo su tutto, anche se penso che un minimo di referenzialita’ sia fondamentale. Mi accorgo infatti (per quel che riguarda il mio blog) che i post maggiormente apprezzati sono proprio quelli che mescolano consigli di carattere generale a cenni sulla mia esperienza individuale. I lettori si sentono stimolati a parlare di sé e nasce un buon dialogo. Allo stesso modo, da lettrice, tendo ad apprezzare maggiormente questo genere di post. Se all’inizio puntavo più ad un approfondimento tecnico, ora valorizzo l’aspetto relazionale. Ritengo che ci sia anche più originalità. 🙂
    P.s. più tardi in giornata curiosero’ un po’ su questo blog che sembra molto carino.

  2. Ciao Chiara, benvenuta! In attesa che Maria Teresa dica la sua,
    ti esprimo la mia opinione. Penso che per autorefenzialità s’intenda
    incentrare gli argomenti esclusivamente su esperienze personali, senza
    cercare di dare ai post un taglio di maggior respiro. Mescolare ai contenuti
    la propria esperienza con equilibrio, invece, credo che sia positivo
    al fine di creare un dialogo con i lettori. Ciao!

  3. Mi rendo conto di non essermi spiegata bene per quanto riguarda l’autoreferenzialità, perché non intendevo tanto il parlare di sé o il far emergere la propria personalità (sono d’accordo con Chiara che sono aspetti positivi e danno un’impronta al blog) quanto il considerare solo le proprie opere come argomento, riportando solo recensioni, presentazioni, eventi ecc legati ai propri libri. Dopo un po’ penso che stanchino chi legge e non generino nessun dialogo.

  4. Non ero mai stata su questo blog, complimenti Rosalia, è molto bello.
    Bella intervista, rispecchia perfettamente l’Anima di Carta che conosciamo e che presto sarà famosa in tutta Italia 😉
    Sono rimasta sorpresa quando ho letto che solo pochi sono interessati ai post su come migliorare la propria scrittura tecnica, mi domando se in realtà interessi a molto ma solo pochi decidano di commentare, visto che sono temi che non suscitano una discussione aperta come altri, più personali o generici.

    1. Benvenuta Lisa! Grazie per i complimenti, sei troppo buona. Anch’io
      penso che certi argomenti più tecnici inibiscano un po’ i lettori.
      A confermare l’ipotesi, nel mio blog i post con i consigli di
      scrittura ricevono più visualizzazioni. Ciao 🙂

      1. Grazie Lisa 🙂
        Forse hai ragione dicendo che i post più tecnici ispirano meno discussione. In effetti anche a me è capitato a volte di avere poco da dire.
        Fatto è che spesso mi capita di essere contattata da aspiranti scrittori che mi chiedono “come si scrive un romanzo?” e che vorrebbero una ricetta pronta all’uso, mentre sappiamo che le cose sono più complicate.
        D’altra parte la mia potrebbe anche essere una valutazione un po’ pessimista, quando dico che in Italia non sono tante le persone che hanno voglia di questo tipo di approfondimento.

  5. Ciao Rosalia, ciao Maria Teresa! Bella intervista, che si conclude con un’affermazione molto importante: la scrittura è una piantina da nutrire, curare e proteggere. Io la paragono spesso a una fiammella da proteggere dal vento e nutrire con legna o pagliuzze, a seconda della disponibilità. Non è affatto ovvio che la passione per la scrittura sia autorigenerante! Noi esseri umani siamo bravissimi a inquinare l’amore per le cose che facciamo con la pigrizia, l’ambizione, l’impazienza. Raccolgo il reminder, utilissimo in questo periodo. 🙂

    1. Salve Grazia, benvenuta! Hai ragione, l’impazienza domina in ogni
      campo, anche in quello letterario. Tempo fa ho scritto che le opere
      non fanno in tempo a uscire dalla mente dell’autore, che finiscono
      su Amazon. I risultati di questa pratica sono sotto gli occhi di
      tutti. Come ha affermato Maria Teresa, nella scrittura la pazienza
      è determinante. Grazie per le osservazioni. Ciao

      1. Ciao Grazia, ti ringrazio molto.
        Hai ragione, è facilissimo “inquinare” questa passione, basta così poco a volte. E come dice anche Rosalia, di certo l’impazienza di vedere subito tutto pubblicato è uno degli inquinanti più potenti!
        Io sto ancora cercando un mio equilibrio in questo.

  6. Trovo che sia bellissimo e rasserenante leggere testi scritti in un ottimo italiano…purtroppo la grammatica, la sintassi, la ricchezza lessicale, la consecutio temporum, sono poco conosciute anche in tanti blog, articoli giornalistici e anche in ambiente giudiziario :-((( Eh già, si tengono corsi di Italiano per avvocati e giudici: dovrebbero scrivere sentenze e atti giudiziari ma non sono in grado di esprimere il loro pensiero in buon italiano! Grave non tanto per l’offesa alla nostra lingua madre ma anche perché i loro testi in questo modo non potranno avere una interpretazione univoca, apriranno il fianco a scappatoie e trucchetti giuridici per aggirare la legge. Di chi la responsabilità? Della scuola, dei media?

    1. Ciao Cristiana, poni degli interrogativi calzanti. La precisione dell’uso della
      lingua determina il livello di comunicazione. L’uso improprio causa travisamenti
      e nell’ambito giuridico ciò è grave. Le responsabilità , secondo me, sono equamente
      suddivise tra l’ambiente culturale ormai decadente e media. Anche la scuola ha la sua fetta
      di colpa. Magari approfondirò l’argomento in un post. Grazie per la riflessione.

      1. Ciao Cristiana, concordo con Rosalia che le tue sono riflessioni interessanti che meritano di essere approfondite. C’è una degenerazione un po’ ovunque nel campo culturale, ma non mi sento di dare tutta la colpa alla scuola, forse è più una questione di mentalità che si è instaurata negli ultimi anni.
        Aspetto il post di Rosalia 🙂

  7. Io sarei interessata a conoscere qualche dettaglio in più circa le trame dei tuoi due romanzi, per il resto conosco Maria Teresa da tempo e ne ammiro la precisione analitica con la quale tratta ogni argomento, è davvero una grande cesellatrice. Anch’io mi sento in viaggio con lei e altre 4/5 scrittrici che cercando di dare una spallata a questa editoria malata con i propri lavori. Grazie Rosalia per questa bella intervista.

    1. Grazie Sandra e benvenuta! Il lavoro di Maria Teresa e anche un po’
      il nostro che amiamo la scrittura è proprio quello di gettare
      piccoli semi per cambiare qualcosa.
      Mettiamocela tutta!

      1. Grazie Sandra per le tue belle parole 🙂
        Credo che questo sentirsi compagni di viaggio sia uno degli aspetti più importanti e per questo dobbiamo ringraziare le possibilità offerte da internet. Lo dico sempre, che avrei mollato molto prima senza questa condivisione di intenti!

  8. Ciao M. Teresa, piacere di conoscerti Rosalia! Una bella intervista, soprattutto perché hai detto cose molto giuste ed interessanti: la funzione del blog che io ho riscoperto da poco, l’importanza di non precipitarsi nella scrittura, ma di sapere coltivare la pazienza: la fretta non porta mai a buoni risultati. Costruire un progetto, sia esso di blogging o di scrittura creativa, richiede tempo ed organizzazione. Cura e determinazione sono due ingredienti essenziali per procedere su questa strada. Tu ci sei riuscita alla grande, con i romanzi che hai scritto e con il successo ottenuto in veste di Blogger.
    Sono contenta di essere passata di qua. Un saluto ad entrambe le signore ed un augurio in più visto che sto scrivendo nel giorno speciale che ci riguarda! 🙂

      1. Ciao Marina, grazie per il tuo commento.
        Sì, un progetto ha bisogno di tempo e pazienza, quale che sia. A volte viene a mancare l’uno, a volte l’altra, penso che le fasi di bassa marea siano normali, ma l’importante è rimanere su questa strada e continuare a credere in ciò che facciamo 🙂

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