I personaggi e lo sguardo

irideNella creazione dei miei personaggi una parte rilevante è occupata dallo sguardo. Sono convinta che gli occhi siano davvero lo sguardo dell’anima. Non si tratta unicamente di un luogo comune ma è un’intuizione popolare che è stata avvallata dagli studi della moderna psicologia. Gli studi della comunicazione non verbale hanno accertato che lo sguardo rivela molto della personalità di un individuo.

Avremo mai detto che basandosi sul colore dell’iride potremo individuare il temperamento altrui? Sembra un’assurdità, ma a dimostrarlo c’è una sorprendente ricerca pubblicata sulla rivista americana “Development Psychology”.

Il colore degli occhi

Gli occhi chiari, secondo la ricerca, corrispondono a personalità inibite,  almeno fino a quattro e cinque anni, quando la sollecitazione dell’interazione sociale compensa in parte alla timidezza. In ogni caso, la riservatezza e gli occhi chiari hanno in comune un substrato biologico, relativo alla concentrazione di melanina sia a livello epidermico che cerebrale, che crea una corrispondenza forte e duratura.

Gli individui con gli occhi scuri danno prova di una maggiore reattività psicofisica, ciò significa che sono più scattanti, dinamici e vivaci rispetto a quelli con iride chiara che appaiono più riflessivi e pacati, seppur più schivi. Lo stato di eccitazione di coloro che hanno gli occhi bruni non riguarda solo la mente ma l’intero organismo; ecco spiegato il motivo per cui ottengono risultati migliori in sport dove  la soglia di reattività si abbassa notevolmente come nella boxe.

Inoltre chi ha gli occhi scuri risulta più impressionabile rispetto ai detentori di occhi chiari. Una ricerca effettuata con una sorta di macchina della verità ha evidenziato che rispetto a situazioni di pericolo o immagini violente i primi manifestano una forte emotività e i secondi restano più impassibili.

Persino il giudizio estetico sembra risentire della diversa concentrazione di melanina: i bruni prediligono forme simmetriche e figure complesse con molti angoli, i chiari invece figure più ordinarie e regolari e non sembrano interessate ai colori.

Un’ultima differenzazione: nel trattamento terapeutico nell’ambito psicologico, chi ha gli occhi bruni è sensibile a interventi di tipo comportamentale dove sia presente l’interazione relazionale, chi ha gli occhi chiari trovano giovamento in terapie basate sul dialogo con interventi più “cerebrali”.

Cosa rivela lo sguardo?

Nello sguardo si celano le svariate esperienze di vita, si contano le ferite inferte dalla vita. Un altro cliché o piuttosto un concetto basato su un principio di verità? Molti esperti della comunicazione sono concordi nell’affermare che dietro uno sguardo limpido e luminoso ci sia una notevole evoluzione personale e una buona disponibilità all’ascolto e all’interazione sociale. Solitamente appartiene alle persone generose, quelle che dedicano molto del loro tempo ad aiutare il prossimo.

Lo sguardo spento rivolto verso il basso rivela un vissuto difficile e negativo e spesso appartiene a chi tende alla tristezza  e al pessimismo o chi si lamenta per ogni difficoltà che incontra.

Lo sguardo impenetrabile, freddo e distaccato appartiene alle personalità narcisistiche che spesso usano gli altri per raggiungere i propri scopi. Sono i manipolatori e gli insensibili, quelli che non entrano in empatia facilmente, né provano compassione per i sofferenti. Essi hanno una personalità ben caratterizzata anche se celata da barriere volte a coprirla. Per questo appaiono miti e contenuti, quasi impassibili di fronte a forti stress.

Uno sguardo con occhi troppo aperti o spalancati rivela curiosità e interesse, ma anche timore e timidezza. Di solito  persone molto sensibili comunicano lo stato emotivo attraverso l’apertura quasi eccessiva degli occhi.

Lo sguardo duro, inflessibile rivela invece la tensione interiore e la rabbia. Chi lo manifesta  più frequentemente è impulsivo, facili a reagire con attacchi di ira a ogni minima sollecitazione negativa.

Quando lo sguardo è sfuggente e tende a nascondersi ci si può trovare di fronte una personalità ipersensibile che manifesta difficoltà a comunicare con gli altri.

Lo sguardo indifferente o perso nel vuoto è sintomo di distacco dal piano della realtà e talvolta è tipico degli individui psicotici o affetti da gravi patologie come l’autismo.

Lo sguardo concentrato e penetrante è tipico di coloro che tendono ad andare in profondità, con indole a indagare e cercare risposte. Spesso rispecchia una grande capacità di ragionamento e di interiorizzazione.

Lo sguardo sereno, accompagnato dal sorriso appartiene a coloro che sono gioiosi e soddisfatti della propria vita.

Uno sguardo è molto più di un’espressione estemporanea, può rivelare molti aspetti della personalità di un individuo e conoscerne il linguaggio segreto può aiutare a creare personaggi credibile e sfaccettati. Ecco perché  approfondire l’argomento può essere utile .

E voi ritenete importante lo sguardo dei vostri personaggi? Quali elementi prendete in considerazione per caratterizzarlo efficacemente?

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

4 Risposte a “I personaggi e lo sguardo”

    1. Grazie mille, come te, cerco di apportare un
      contributo originale alla riflessione sullo stile. 🙂
      Perché cerchi di non calcare la mano sullo sguardo?

    1. Guardare negli occhi è anche una mia abitudine e lo faccio per
      comunicare meglio, non per sfida. Mi piace chi fa altrettanto 😉

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