Cinque trucchi per trovare l’ispirazione

Trovare l’idea giusta, quella che, per intenderci, causa  prurito ai polpastrelli tanta è la voglia di trarne una storia, non è sempre facile. Per quanto mi riguarda agli esordi di questa avventura che mi ostino a chiamare scrittura, ma che forse è soltanto un lieto passatempo da cui non ricaverò un bel niente di concreto, le idee arrivavano senza sforzo. Così sono nati diversi racconti e tre manoscritti.

Man mano sono diventata selettiva: quando giunge l’ispirazione, prima di gridare Eureka!, la lascio decantare come un vino novello. Di solito riprende la via del pianeta delle idee incompiute e amen. Se sopravvive, anzi, se diventa pressante come un chiodo piantato in mezzo alla fronte, ne deduco che ho trovato l’input per cui vale la pena di sputare sangue. Scrivere è troppo faticoso, sprecare energie preziose per una storia che non mi prenda al 100% non fa più per me.

Se l’idea non arriva

Il problema si pone quando all’orizzonte è calma piatta. Avete presente i momenti in cui, stanco delle vostre pretese da scrittore, il cielo non vi regala più manna dal cielo? E magari dentro di voi si insinua la voglia di appendere il computer al chiodo?

Per quanto  mi capitino  momenti del genere, lo dico a scanso di equivoci, io me ne guardo bene dal prenderli sul serio. Non scrivere, sarebbe vivere a metà: niente da progettare, niente su cui rimuginare prima di dormire, niente per cui versare lacrime e sangue il giorno seguente… no, non si può proprio fare!

Se l’idea tarda ad arrivare, ecco che  metto in atto alcuni trucchi per trovare l’ispirazione. Siccome in questo angolino di web non si pretende di insegnare niente, tuttalpiù  si invita a condividere, aspetto con trepidazione i vostri.

I miei 5 trucchi per trovare l’ispirazione

1- Rubare dalle storie di amici e conoscenti

Basta un solo dettaglio per costruire una storia. L’importante è mescolare realtà e verosimiglianza. A nessuno interessa la vita reale così com’è. Per quello ci sono i TG e la cronaca dei quotidiani. Chi legge narrativa deve potersi immedesimare sollevando lo sguardo dalla terra. La magia sta nel rendere verosimile una storia vera.

Un’amica di infanzia dopo una gravidanza difficile subisce un colpo tremendo: la piccola nasce morta. La vado a trovare e mi racconta per filo e per segno tutto. Piangiamo insieme. Quando sto per andare via, mi svela un dettaglio commovente: suo marito di nascosto a lei ha scattato  una foto alla bambina. Glielo ha svelato qualche tempo dopo, continuando però a tenere segreta la foto per non farla soffrire ulteriormente. La mia amica mi rivela che ha già messo più volte a soqquadro la casa per trovarla. Da questo particolare è nato il racconto “Foto di lei” che, in comune con la storia vera, ha solo il particolare della foto nascosta. Tutto il resto è invenzione.

2- Rubare dalla biografia dei personaggi

Non si tratta di copiare tutto, ma spunti, aneddoti, il quid che crei l’effetto a catena.

Altra esperienza: dalla biografia  scopro che un noto scrittore aveva avuto seri problemi con l’alcol e che era arrivato a non distinguere i rari momenti di sobrietà. Eppure, nonostante i fumi dell’alcol, aveva ottenuto molto seguito. Così ho rielaborato il tutto e ho scritto la storia di uno scrittore costretto a bere per  continuare a scrivere con successo.

3- Rubare dalle interviste

Le interviste scritte da penne eclettiche mi hanno sempre ispirato, talvolta basta un’immagine o una frase del protagonista sul senso della vita. È accaduto che  su ” F” o “Vanity fair”, leggo di una fotoreporter premiata in Versilia per un servizio fotografico sulla vita notturna  delle escort. Un particolare mi colpisce: la macchina fotografica con il quale ha realizzato il reportage, è un regalo del padre, ex reporter di guerra. Nasce  la storia in cui la protagonista riceve a nove anni una vecchia macchina fotografica del nonno, giornalista francese inviato nei Balcani durante la guerra, regalo che segnerà il suo percorso.

4-Rubare dai luoghi

Alcuni luoghi hanno una magia speciale. Non è necessario attraversare le dune del deserto o navigare gli oceani. Può essere di aiuto anche un angolo caratteristico del paesino in cui si abita e persino un edificio abbandonato che ai più suscita squallore. Non è tanto la bellezza del luogo quanto le sue ferite che mi ispirano. Spesso quando mi capita di vedere luoghi inconsueti riesco a captare delle storie. È capitato davanti all’altoforno di Piombino, che sputava fuoco e fumo come un vecchio drago, o nei pressi di un Istituto per l’infanzia abbandonata.

Qualche anno mi trovavo a Siena. Piazza del Campo, il palio, un’orda di famelici contradaioli. Già, penserete, così è facile trovare materiale per un romanzo. Ma le vie dell’ispirazione non sono così scontate. Da un austero palazzo nascosto dietro delle mura, sento provenire il suono strozzato di un’Ave Maria: il tono è lamentoso, lugubre. Un brivido mi corre lungo la schiena. La voce improvvisamente cambia timbro e si trasforma in quella di una fanciulla napoletana. Rimango di ghiaccio. Leggo la targa affissa all’ingresso del palazzo e scopro che è un monastero di suore di clausura. La voce a tratti mostruosa, a tratti dolce e mansueta, intervalla le preghiere a lamenti e saluti. Ce n’è abbastanza per costruire una storia horror. Chiedo ai passanti e scopro che la presenza misteriosa altro non è che un merlo indiano. Imita alla perfezione il timbro umano di tutte le suore del monastero.  Le consorelle sono una ventina, per cui il repertorio è lungo. Non è un’idea degna di un racconto?

5-Rubare dai film

Tranquilli, non vi sto proponendo il plagio. Sappiamo bene che una cosa è copiare delle storie, un’altra è  ispirarsi liberamente. I grandi scrittori lo fanno. Un ragionamento che vale anche al contrario: molti registi si ispirano alle storie dei libri. Non è un mistero che Woody Allen si ispiri da anni all’ironia tagliente di Philip Roth: della serie, nulla si crea tutto si trasforma.

La fiction in genere è una miniera d’oro di idee, basta una scena a catturare la nostra immaginazione e scatta la fatidica ispirazione. Difficilmente riesco a godermi un film in santa pace, ogni particolare rimanda a un’idea da rielaborare e costruire. Poi come le ciliegie da un’idea passo a un’altra e il film, talvolta, scorre senza che abbia capito un  granché.

Conclusioni

Ricapitolando: per trovare l’ispirazione mi dedico ai miei passatempi preferiti: lettura, cinema, viaggi, non più con sguardo da estimatore ma per interesse professionale. Non leggo tanto per leggere, né guardo in modo passivo, ma cerco di cogliere piccole perle per costruire le mie storie.

E voi amici, cosa fate per trovare l’ispirazione? Mettete in atto qualche trucco? Fatemi sapere, avrete senz’altro capito che sono curiosa!

 

 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

14 Risposte a “Cinque trucchi per trovare l’ispirazione”

  1. Cara Rosalia, sei una miniera d’oro di ispirazione! Grazie per questi spunti, trovo molto interessante il modo in cui scovi la storia nella storia. Sono assolutamente d’accordo con te. Le storie dovrebbero essere verosimili… Tu giustamente non l’hai indicato. Io leggo molti libri ma tento di non farmi influenzare dalle trame o personaggi. Se decidi di scrivere il post “5 fonti da cui non trarre ispirazione” il primo punto dovrebbe essere “dai libri degli altri”…

    1. Grazie a te Elena:) Io non riesco a ispirarmi ai libri, forse perché sono già elaborazioni creative di altri. Ogni tanto mi scrivo qualche bella frase o qualche pensiero per rileggerlo di tanto in tanto come nutriente per l’anima. Non hai svelato però le tue fonti d’ispirazione, se ne hai…^_^

  2. premetto che sono una che ama scrivere e mi ci trovo molto nei punti che hai scritto, tranne forse quello di carpire da storie di persone che conosco. Preferisco di più osservare le persone e da una frase o un atteggiamento far partire la fantasia. Ho capito, non sarò mai una scrittrice!

    1. Ciao, mi fa piacere sapere che abbiamo delle strategie comuni. Perché concludi dicendo che non sarai mai una scrittrice? L’osservazione e la fantasia credo siano due qualità di base delle scrivere e tu ce l’hai. Grazie per il tuo contributo^_^

  3. All’inizio anch’io provavo a prendere spunto da situazioni, immagini o persone che mi colpivano, però non sempre ha funzionato. Talvolta è servito solo a iniziare a scrivere, arrivare a un punto morto e lasciare in sospeso a tempo indeterminato (altri direbbero “cestinare” ma io mi illudo sempre che i lavori iniziati e abortiti possano misteriosamente riprendere vita…)
    Ormai preferisco lasciar scorrere il tempo. So che quando le cose che ho dentro – le cose devo esprimere a ogni costo – raggiungono una fase di compressione troppo prolungata alla fine mi spingono meccanicamente a farsi raccontare in qualche modo, Più che dell’ispirazione, per scrivere ho bisogno di questa foga.

    1. Grazie Ariano, mi piace molto il tuo personale metodo per arrivare alla “foga” di scrivere. Infatti le strategie o i trucchi di cui ho parlato sono escamotage per superare il blocco creativo che ogni tanto mi prende. In genere anch’io attendo che l’idea arrivi da sola senza forzature 😉

  4. Ottimi spunti, ad alcuni non avrei mai pensato. L’ispirazione per le storie si potrebbe trovare ovunque, in teoria. Poi in pratica è vero che un’idea ha bisogno di decantare, come hai detto, e solo con il tempo si capisce se resta davvero qualcosa dentro di noi al punto da trascinarci nella scrittura oppure se muore lì.
    I luoghi comunque sono quasi sempre i miei spunti preferiti, ma molte idee nascono anche dall’osservazione delle persone. Ora come ora mi ritrovo con un mucchio di appunti ma ancora non so bene cosa scriverò in futuro, spero che tra le tante idee qualcosa si imponga 🙂

    1. Proprio così Maria Teresa, gli spunti per scrivere sono seminati ovunque, basta saper cercare. Quello di prendere appunti in attesa che l’idea forte prevalga, mi sembra un buon metodo. Anche per l’ispirazione, in fondo, si tratta di seguire il proprio cuore;)

  5. Credo che l’ispirazione nasca da una voce interna che guida a guardare dove mai si sarebbe pensato: proprio in uno dei 5 punti che hai elencato.
    Per quello che riguarda i racconti io parto sempre da qualche cosa che mi ha colpito può anche essere l’emozione di una notizia sentita, di una storia che appena percettibilmente mi ha toccato, poi la rielaboro come se fosse un sogno.

    1. Hai ragione Nadia, l’interiorità è importante nel dirigere lo sguardo verso qualcosa o qualcuno. Anche tu come me capti come una rabdomante input da notizie e storie reali e poi le rielabori. Un metodo collaudato che ha i suoi frutti;)

  6. Hai ragione! Per le storie, i romanzi, in genere mi viene in mente un personaggio o una coppia di personaggi che hanno compiuto un gesto nella mia quotidiana che mi ha colpito. Da lì traggo ispirazione. Comincio a fantasticare, ad aggiungere particolari e via! Se proprio sono a corto di idee, apro il libro dei Ching

  7. “Chi legge narrativa deve potersi immedesimare sollevando lo sguardo dalla terra.” Quanto sono d’accordo! E mi riconosco molto anche nella selettività che ci si ritrova addosso dopo un po’ che si scrive. Per me è un’arma a doppio taglio: da un lato nasce dall’esperienza, che è certamente positiva, dall’altro rivela la preoccupazione di lavorare a vuoto. Del resto come si fa a scrivere con la stessa leggerezza degli inizi, fingendo di non sapere quanto lavoro comporti portare a termine un romanzo (per i racconti è un po’ diverso)? Ogni situazione ha sue specifiche difficoltà, ma devono essere secondarie, se continuiamo a scrivere. 🙂

    1. Concordo pienamente Grazia! L’esperienza dopo qualche anno di narrativa è un’arma a doppio taglio, da un lato aiuta a progredire, dall’altro impedisce di procedere con quella leggerezza, che a mio parere, non guasterebbe;)

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