“Bella d’un sol giorno” 4° racconto prescelto

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L’autrice del brano, Mara Limonta, avvezza alle immagini poetiche più che al realismo crudo del racconto, ci presenta la figura di una donna in guerra con se stessa e con la sua solitudine. In poche righe il personaggio, al quale si può conferire la dignità di una figura tragica, prende vita e si eleva dal grigiore della realtà circostante. Struggente l’epilogo, capace di rafforzare l’aurea mitologica della “Bella d’un sol giorno”. 

 

Il sole impudente entrava tra i raggi della finestra scoprendo nel letto irrequieto l’intimità del suo corpo languido, la curva distratta della lunga chioma corvina, le morbide braccia, l’ansa flessuosa dei seni, le belle gambe e il respiro calmo, immobile su una città incolore e meschina, strega cattiva d’inganni e di passioni.
Aprì piano gli occhi, sentì il suo sangue fluire dentro di sé, riemergere alla coscienza una realtà sempre in bilico tra pietre e ricordi.

Un giorno in più, pensò, sgranato come perle di dolore nel filo di una quotidianità, la sua, fatta di battaglie stupide, di amori complicati, chimera impossibile di una tenerezza semplice, un porto sicuro nel suo tempo fragile.
Bevve il suo caffè, tossico, azzerò l’amnesia dei sogni della notte e si vestì con cura, lo specchio rifletteva l’immagine esteriore, stupenda, ma lei sentiva le crepe sussurranti della sua anima in fuga infinita. Uscì fuori, nel mondo in guerra.
E combattè, vergine guerriera con fantasmi concreti, lupo tra i lupi pronti a sbranarla, vinse ancora, fatale e letale come un bel fiore, una ‘belladonna’ che, si dice, incanta e uccide. Infine si guardò intorno, vide ai suoi piedi i cadaveri dei pallidi vinti e sorrise, soave.

Vittoriosa arrivò a casa, chiuse la dietro di sé ma restò stremata e persa.

Vide avvicinarsi la sua notte, come le altre, dimentica, e il magico fiore accartocciarsi e morire lentamente, insieme alla sua vita, immemore.

 

Profilo biografico dell’autrice

‘C’era una volta una gatta’ cioè lei, Mara Limonta, ‘prof precaria a vita’, angolosa e timida, che ‘guardava il mondo dall’oblò’, postava gatti e scriveva, per paura e per amore. Studiava e Leggeva tanto e ha cominciato a scrivere e a far poesia, quando ha scoperto di sentirsi bene in questo ‘Mondo di Carta’; l’estrema creatività che appartiene alla poesia, secondo lei, dà forma ed equilibrio alle parole e offre una risposta di senso alla realtà quotidiana, non sempre ‘perfetta’.

 Il suo blog http://storiestoriestorie.blogspot.it

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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