A che punto è la mia scrittura?

Fiabe-sconosciute (625x416)Il post di oggi è la risposta al meme lanciato da Chiara di Appunti a Margine: “Un anno di scrittura, la mia evoluzione”.  Il brano di autoanalisi, scritto con la consueta lucidità e un’irresistibile verve, mi ha condotto ad analizzare il percorso di scrittura che mi riguarda: a che punto è la mia scrittura?

Rispetto all’autrice del meme,  ho tre anni di scrittura alle spalle, avendo ricominciato a farlo con costanza e con una certa serietà dal luglio del 2012. Ricordo che allora stavo attraversando un momento difficile, c’era da stringere i denti e lottare a testa bassa. Ricominciare a scrivere mi venne naturale, come se la mia testa avesse predisposto una strategia alternativa per uscire dal tunnel. Fu un’attività consolatoria, di cui ho un ricordo struggente, ma il risultato aveva ben poco a che fare con la scrittura vera e propria. Non ho più riletto quei piccoli racconti autobiografici, forse sarebbe umiliante oggi riprenderli in mano; ricordo che allora mi piacevano molto,  “ogni scarrafone…” si sa.

In seguito ho vissuto un periodo interlocutorio di formazione, studiando e partecipando attivamente a due community per scrittori: esperienza divertente e che si è rivelata molto utile. Partecipando ai diversi contest, grazie al parere degli amici virtuali, la mia scrittura intanto si evolveva e maturava. Di lì a scrivere un romanzo il passo è stato breve.

Estate 2013: arriva la storia, quella che ti fa battere il cuore; era già pronta chiedeva solo di essere scritta. L’ho fatto, di getto, progettando il minimo indispensabile: dopo tre mesi avevo il manoscritto. Un’impresa e una vittoria, ma ero solo all’inizio. Nella fase di revisione la tentazione è stata di mollare tutto: il senso di vergogna suscitata dal mio stile acerbo mi provocava un forte disagio. Ricordo soprattutto la sensazione di non aver detto esattamente quello che era nella mia testa, di avervi girato intorno in modo velleitario. La consapevolezza  che lo stile  non mi permettesse di dare forma alle idee mi metteva in crisi, ma non mi diedi per vinta.

In realtà mi trovavo  nella fase fondamentale dello scrivere: cesellare, ripulire, rendere efficace, asciugare , limare… Una fatica disumana, dolorosa, necessaria per scoprire e accettare fino in fondo tutti i miei limiti. I risultati si sono visti: il romanzo ha assunto le caratteristiche che avevo in mente fin dall’inizio, e che non avevo centrato nella prima stesura. Probabilmente non arriverà mai a un pubblico: pazienza, me ne farò una ragione; rimarrà comunque il mio successo privato.

Nel 2014 c’è stato il secondo romanzo, più ponderato e meno amato, che ha richiesto più fatica in fase  di stesura. Oggi sono giunta alla fase di revisione (riscrittura?), rimanendo in equilibrio tra l’amore incondizionato, quello che si prova per i figli degeneri, e la tentazione di ripudio definitivo. Tengo duro, continuando a perfezionarlo con pazienza: so che prima o poi avrò la meglio.

Si tratta di un’involuzione? Dal mio punto di vista no. Quando si ha solo le parole per esprimere il mondo intero, è chiaro che si deve faticare per riuscire da subito nell’intento. Ma è anche il lato che più mi affascina dello scrivere. Uno scultore, attraversata la fase dello sgrossamento del materiale, prepara l’opera  al lavoro di rifinitura che può durare un tempo infinito: solo alla fine di un lungo travaglio tra le sue mani prende forma l’idea di partenza. Questo è ciò che devo fare con lo scrivere.

Il bilancio, per quanto mi riguarda, è positivo: la scrittura oggi occupa una parte fondamentale del mio spazio, è la passione per eccellenza, che svolgo con la stessa naturalezza del vivere. So che non ho espresso le mie potenzialità, posso fare di più e farlo meglio. In questa fase sono alla ricerca di uno stile originale, deliziosamente imperfetto, che mi rappresenti appieno: ci sto lavorando.

E voi siete contenti del percorso fatto? A che punto siete? Raccogliete il meme di Chiara e parlateci della vostra scrittura.

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

5 Risposte a “A che punto è la mia scrittura?”

  1. Essere consapevoli della propria scrittura e del percorso che abbiamo fatto non è da tutti, quindi brava! Aggiungendo a ciò la determinazione che mi sembra non ti manchi, direi che sei sulla strada giusta. Continua così 🙂
    Io ho rimandato questo meme a settembre perché in questo periodo sono un po’ fusa… 🙂

  2. Ti capisco Maria Teresa, sei appena uscita dal tour de force
    del romanzo. A proposito, quando lo pubblicherai lo presenteremo
    ai lettori di scrivere la vita. 🙂

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