I 7 killer del pensiero creativo

1mIl Test Torrance della creatività (TTCT, Torrance Test of Creative Thinking) rispetto al test del quoziente intellettivo non indaga la capacità di dare la risposta giusta, quanto l’abilità dell’individuo di essere flessibile nelle risposte, di rifuggire dai modelli scontati e di saper argomentare le proprie scelte con padronanza.  I bambini che conseguono buoni risultati diventano poi imprenditori, inventori, scrittori, dottori, artisti, sviluppatori di software… Inoltre il rapporto tra intelligenza e creatività non è biunivoco: persone creative hanno un’intelligenza superiore alla media, ma quelli molto intelligenti non sempre sono creativi.

Dal 1990 in poi, gli studi condotti in questo campo hanno rilevato che il livello medio di creatività nell’individuo è in forte decrescita, mentre quello dell’intelligenza è in aumento. Perché questa forbice?

Come si alimenta la creatività

Gli scrittori e i poeti utilizzano il processo creativo come uno strumento indispensabile per trovare ispirazione e creare le proprie opere. Ma anche quelli potenzialmente più  creativi lamentano spesso un calo di creatività o denunciano un blocco preoccupante.

Il processo creativo si avvia e si alimenta con piccoli comportamenti, vediamo quali sono:

  • Riscoprire l’importanza dei cinque sensi. Molti di noi sono abituati a usare la vista e l’udito ma non sperimentano la realtà con gli altri sensi, se non in circostanze sporadiche. Veicolare la conoscenza attraverso l’olfatto, il gusto e il tatto, oltreché la vista e l’udito, mette in moto il processo creativo in modo efficace.
  • Essere curiosi. La curiosità, non quella malsana naturalmente, bensì l’atteggiamento di voler esplorare e andare in fondo alle cose, è capace di risvegliare modalità di pensiero creativo.
  • Annotare tutto: emozioni, ricordi, sensazioni suscitate dalla vista di qualcosa ect. Diventerà il materiale per far lavorare la creatività
  • Sospendere il giudizio, evitare di essere tranchant, di ergersi a giudici  dei comportamenti altrui e concentrarsi invece sugli elementi di diversità. Accogliere la diversità, infatti, aumenta il nostro essere creativi.

 

Quali sono i 7 killer della creatività

Torniamo quindi alla domanda di poc’anzi: perché il livello medio della creatività sta decrescendo negli ultimi decenni? Molti dei nostri comportamenti hanno subito un cambiamento e la vita che conducevamo nel passato si è modificata completamente.

Oggi sono subentrati alcuni fattori che, senza essere definiti in questo contesto buoni o cattivi, mettono a rischio la nostra capacità creativa.

Primo Killer:  controllo eccessivo delle situazioni. In un mondo che cambia repentinamente, abbiamo sviluppato un desiderio quasi spasmodico di controllare ogni aspetto della nostra vita e di coloro che ci circondano.

Secondo Killer: ansia e paura del futuro. Quest’ultime, generate ovviamente dagli aspetti più deleteri della realtà, favoriscono il ripiegamento su se stessi e impediscono il desiderio di esplorazione che è alla base della curiosità.

Terzo Killer: eccessiva pressione per i livelli di performance che vengono richiesti sul lavoro e in molti ambiti di vita.

Quarto Killer: isolamento sociale che spesso si traduce con omogeneità di vedute. Il non esporsi alle relazioni sociali limita il cambiamento del punto di vista e riduce lo scambio di idee.

Quinto Killer: assenza di passione e motivazione che spesso diventa apatia. Il lasciarsi vivere spegne la creatività.

Sesto Killer: la mentalità ristretta, i pregiudizi e l’assuefazione all’idea ricorrente come quella mutuata dai mass-media.

Settimo Killer: il pessimismo che si nutre del concentrarsi sulle esperienze negative.

 

La sconfitta dei killer della creatività

Se avete seguito la riflessione, avrete senz’altro intuito che per sconfiggere i 7 killer che mettono a dura prova la nostra creatività e la passione per la scrittura, dobbiamo maturare comportamenti opposti a quelli a cui purtroppo siamo soggetti.

Se mettiamo a frutto i piccoli accorgimenti che nutrono il nostro essere creativi e se diventiamo positivi, volti al cambiamento e desiderosi di scoprire e di stupirci, potremmo conservare e addirittura potenziare il processo creativo.

Siete d’accordo con le tesi esposte?

#processo creativo #ikiller della creatività

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

4 Risposte a “I 7 killer del pensiero creativo”

  1. Io non sono creativo, ma mi piace chi lo è!
    Sono un consumatore abituale di creazioni altrui!
    In fondo se non ci fossero sempre idee nuove, che senso avrebbe la vita?
    L’articolo mi è piaciuto.
    Buon lavoro!

    1. Bene, Oreste. In fondo chi apprezza la creatività altrui
      è già un creativo. Grazie per l’attenzione, ciao 🙂

  2. Molto interessanti queste riflessioni, che condivido in pieno. Credo che la creatività nasca da una certa sensibilità innata, ma che allo stesso tempo debba essere nutrita giorno dopo giorno perché può essere facilmente soffocata da quelli che hai definito “killer”. Mantenersi ricettivi non è facile…

    1. Il problema, tra le altre cose, non è messo bene a fuoco. La nostra creatività
      può decrescere persino a nostra insaputa. Rimaniamo vigili.
      Grazie per aver condiviso la mia riflessione.

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