Tre modi per descrivere

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Vi propongo un viaggio insolito: proviamo a entrare nella cameretta di Van Gogh, il famoso pittore, in tre modi: secondo una descrizione oggettiva, dal generale al particolare e viceversa, e infine con una descrizione emotiva. Siete pronti?

La descrizione oggettiva

In primo piano c’è una sedia, appoggiata alla parete di sinistra, rivestita nella parte soprastante di stoffa verde. Dietro la sedia una porta azzurra. A destra un letto con la struttura di legno. Sopra il letto una coperta rossa. Dietro la testa, un appendiabiti con alcuni vestiti; sopra,attaccati alla parete due ritratti e due posters. In secondo piano un tavolinetto, sopra cui si trovano due vasi e altri oggetti e accanto una sedia. Sullo sfondo una finestra e due quadri , uno a destra e uno a sinistra.

Ecco come descrivere un ambiente in modo oggettivo: l’autore non vi aggiunge alcun particolare che riveli il proprio giudizio. Egli, come un fotografo, si limita a mettere per scritto quello che vede, con la massima precisione, usando molti connettivi spaziali. Questo modo ha il pregio della veridicità, del realismo; l’occhio dell’autore è distante, non fa trasparire  la propria emotività né pathos. Il risultato, capite bene, è un freddo e meccanico resoconto, può essere utile per esempio nella verbalizzazione di un fatto, o per un articolo di cronaca, ma ha poco a che fare con la letteratura.

Dal generale al particolare e viceversa

L’ambiente è povero , ma ordinato. Si tratta di una piccola stanza, una camera. Vi sono pochi oggetti: un grande letto, due sedie, un tavolinetto su cui sono ammassati alcuni elementi da toilette; quattro quadri alle pareti e due posters, su cui è annotato qualcosa; un appendiabiti semi nascosto dalla testata del letto, dove vi sono alcuni indumenti; nella parete opposta, vi è  un un panno appeso, forse un asciugamano.

L’occhio dell’autore, come l’obiettivo di una telecamera, dapprima offre al lettore una panoramica generale, poi lentamente si sofferma su un particolare, magari quello più insignificante, più trascurabile, e lo riveste di significato. È una tecnica meno distaccata della prima, comunque realistica; l’autore non investe la propria emotività se non per alcune scelte, come quello di soffermare il proprio sguardo su un particolare, piuttosto che su un altro.

 

Un asciugamano era appeso a un chiodo nella parete di sinistra, proprio in prossimità di un banchetto dove sopra era ammassato  il necessario per la toilette. Poi due sedie di legno, un grande letto ben rifatto e quattro quadri alle pareti, oltre a due pergamene disegnate. La stanza, per quanto angusta, offriva nell’insieme una visione ordinata.

Qui predomina il particolare sul quale l’occhio dell’autore si è fermato. Egli fa uno “zoom” su un oggetto, magari quello più trascurabile e vi si sofferma. Poi l’inquadratura diventa gradualmente più ampia fino a includere tutto il resto. Eppure la scena, fino alla fine, è dominata dall’asciugamano e il lettore ne resta catalizzato.

La descrizione emotiva

Era un angusto corridoio, più che una camera. Ogni particolare della stanza aveva come carattere distintivo l’essenzialità: le due sedie abbandonate senza alcun tavolino con cui fare pendant, l’unico banchetto trasformato in una toilette di fortuna, un grande letto austero, pochi indumenti sdruciti e un asciugamano lezzo. Eppure quella camera era il luogo segreto di  un’anima desiderosa della bellezza, di cui i quadri  appesi alle due uniche pareti disponibili, erano i lamenti. Persino la finestra chiusa sull’orizzonte luminoso gridava al mondo quanto Vincent avesse bisogno di riemergere dalle tenebre.

Questo piccolo frammento di descrizione  della camera di Van Gogh, spiega  cosa si può intendere per descrizione emotiva. L’autore è presente e partecipa in prima persona, esprime il suo giudizio di valore sull’ambiente che vede, fa delle osservazioni personali, riflette sul valore simbolico di alcuni aspetti descritti, come la finestra chiusa e  le due povere sedie. Utilizza il linguaggio figurato della metafora, della similitudine e della personificazione. 

La descrizione emotiva rende partecipe il lettore di ciò che l’autore gli prospetta e lo coinvolge fin nel profondo. È la descrizione letteraria per eccellenza e su di essa gli autori investono tutto il proprio talento.

E voi amici quale tipo di descrizione privilegiate? Avete qualche altro spunto da offrirci?

Come esercizio potete  cimentarvi nella descrizione della camera di Van Gogh!

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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