“Riflessioni e riflessi” 1° racconto prescelto


bivio
Un uomo di fronte a un bivio decisivo: seguire il sogno del successo e dei soldi oppure dare ascolto alla voce interiore?

Daniele “Babbonline” declina in modo suggestivo “La scelta”, delineando con tratti precisi il tormento del protagonista .

 

 

Appoggiò il dito sul pulsante e poi lo spinse per richiamare l’ascensore. La porta si aprì subito, era già a piano terra. Quasi si spaventò. Era teso. Le mani erano umide, le passava sui pantaloni per cercare di asciugarle. Selezionò l’ultimo piano e iniziò a salire. Si girò per guardarsi nello specchio. Si piaceva, non faceva niente per nasconderlo. Si passò le mani tra i capelli e si sistemò la cravatta. Quel posto doveva essere suo. Chi meglio di lui avrebbe potuto ricoprire quel ruolo. Si era dato da fare tanto negli ultimi anni. I colleghi lo stimavano e, in un certo senso, gli volevano bene. Stava per ottenere quel potere che gli serviva per lasciare la propria impronta. Per creare quel modo di lavorare che gli piaceva. Non ultimi i soldi. Tanti soldi. Con tutto quello che ne sarebbe derivato, acquistare un’auto potente e affittare una delle più belle case della città. Per lui, che era arrivato dal nulla, sembrava un sogno che si realizzasse. Il giusto riconoscimento del merito che sentiva di avere. Alla faccia di tutti gli altri che in quegli anni, da quando era ragazzo, aveva visto passargli avanti perché amici o figli di qualche grosso personaggio.

Il suono dell’ascensore lo distolse da quei pensieri, era arrivato.

Iniziò a camminare lungo il corridoio. Dalle porte socchiuse intravedeva uomini con la testa bassa sui computer portatili, qualcuno batteva nervosamente sulla tastiera, altri leggevano con attenzione il video con la testa appoggiata su una mano.

Era in anticipo, non c’era bisogno che affrettasse il passo.

Non gli avevano dato tanto tempo per pensare a quella proposta. Sapeva bene che non era un’offerta che si potesse rifiutare a cuor leggero. Il patto era chiaro. Una volta assunto quel ruolo, avrebbe dovuto votare contro il progetto, screditandolo di fronte a tutta l’azienda. Anche lui ne faceva parte, ci aveva lavorato, ma adesso stava assumendo un peso imprevisto e dava fastidio a qualcuno. Avevano scelto lui perché lo conosceva dall’interno; e poi tutti sapevano della sua competenza e affidabilità, si sarebbero fidati della valutazione che avrebbe espresso.

Questo, però, avrebbe voluto dire buttare a mare tutto il lavoro e con esso anche parte della squadra, che sarebbe stata smembrata e indirizzata ad altri compiti. Gli avevano fatto capire che se non l’avesse fatto lui, ai piani alti avrebbero trovato qualcun altro felicissimo di prendere il suo posto.

Non avrebbe mai voluto arrivare all’incarico della vita in quel modo. Si disse che qualche compromesso andava fatto. Per poter arrivare a certi livelli, bisognava accettare di buttar giù qualche boccone amaro. Negli ultimi giorni se lo era ripetuto tante volte. Sapeva, però, che accettare significava consegnarsi nelle loro mani. In qualunque momento avrebbero potuto portare alla luce il suo comportamento. Si era raccontato più volte che avrebbe potuto dare una svolta al modo di lavorare in azienda, poi però sentiva di avere le mani legate.

Non voleva che qualcuno occupasse quel ruolo al posto suo. Si immaginava altri colleghi che non avrebbero avuto alcuno scrupolo ad accettare l’incarico; che avrebbero percorso quel corridoio a passi svelti e con la penna in mano pronti a firmare; che non avrebbero avuto problemi a diventare la cassa di risonanza della volontà altrui.

Il corridoio formava un angolo, passato il quale pochi metri lo avrebbero separato dal suo appuntamento.

Alcune volte gli sembrava tutto così difficile. Il lavoro, la carriera e i rapporti interpersonali. Certi momenti pensava di non essere fatto per quel mondo, ma questo lo faceva arrabbiare ancora di più. Voleva essere un vincente agli occhi degli altri.

Ora o mai più. Certi treni non passano due volte, si disse. Sapeva bene che rifiutare quella proposta avrebbe voluto dire bruciarsi, il suo nome non sarebbe più circolato. Accettare, invece, significava dover mettere in pratica tutte le direttive che sarebbero arrivate da chi gli aveva dato quella poltrona.

Era disposto ad accettare questo? La domanda era molto semplice. Non altrettanto la risposta: sì o no?

Con le mani in tasca, giocherellava con una moneta facendola ruotare tra le dita.

Arrivò di fronte all’ufficio. La porta lucida gli restituiva un’immagine opaca del suo viso. Alzò la mano e bussò tre volte, forte. Forse per scaricare la tensione. Sorrise all’immagine riflessa si sé: aveva deciso. Mentre aspettava per entrare si guardò intorno, non avrebbe più avuto accesso ai piani alti.

Breve biografia dell’autore
Toscano, padre di una bambina di quattro anni. Ama viaggiare, leggere e scrivere.
Due anni fa ha aperto il blog
www.babbonline.blogspot.it dove racconta la sua esperienza di padre.
Nel 2010 è uscito il suo primo libro “Tutto il meglio che ti aspetti” con una piccola casa editrice locale. Appassionato di Internet, da qualche mese ha pubblicato il suo secondo romanzo “Tutti sul tetto” puntando sulla sola versione ebook.

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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