Chiudere un blog: perché non farlo

Cari lettori, lo ammetto, sono di una scorrettezza imperdonabile.

L’ultimo aggiornamento del mio blog risale allo scorso anno, la mia intenzione all’epoca era di godermi una lunga pausa estiva, dedicandomi con più  lena al romanzo che sto scrivendo, e poi di riprendere il discorso interrotto a settembre. Come ogni anno, insomma.

Cos’è che ha determinato una pausa così lunga?

Una serie di circostanze che, concatenandosi,  mi ha portato di fatto a chiudere gli aggiornamenti sul blog. Intendiamoci, Scrivere la vita ha continuato il proprio percorso nel web, non è stato cancellato, per fortuna, raccogliendo visite e soldini in pubblicità, ma non ha previsto più aggiornamenti. Per tentare di chiudere definitivamente ho persino postato un articolo di commiato, che ho cancellato con l’anno nuovo.

Perché è accaduto?

Stanchezza.  Detesto la routine in qualunque ambito della vita e gli aggiornamenti, ormai, rappresentavano pura routine. Forse avevo preteso troppo da me stessa, costringendomi a fare qualcosa che, umanamente, era troppo. Dedicavo al blog una montagna di tempo tra reperire idee, immagini e redigere testi.

Distacco. Non credevo più al progetto iniziale. Quando si parte con la realizzazione di un sito, significa modellare una propria creatura, la si vede crescere e prendere una certa strada. Ecco è proprio lì il punto dolente: la strada che il mio blog aveva intrapreso, non mi apparteneva più. Il blog aveva lo scopo di dare consigli e anche di riceverne, sia ben chiaro, sulla scrittura creativa. Potete trovare ancora i numerosi post a tema, mi sono costati sangue e lacrime e non intendo cancellarli. Ma alla lunga dare consigli e scrivere guide su un tema porta alla stanchezza.

Motivazione. Esaurita, un po’ come me. A questo ha contribuito anche l’atmosfera “da sfigati”, non me ne vogliano gli amici del web, che si respira nella blogsfera. Tutti a parlare di cosa fare, come fare, quando farlo, forse per non accettare il fatto che il fare vero  è un’altra cosa. Per non parlare di quella sorta di codice non scritto che per ottenere commenti ai propri pezzi si debba commentare negli altri siti, tentando  una corsa a ostacoli per non offendere nessuno e, allo stesso tempo, rimanere obiettivi.  E intanto il poco tempo a disposizione tra un articolo e l’altro, si esaurisce.

Altro.  Avevo e ho ancora, per fortuna, molti progetti da seguire a cui il blog  aveva sottratto troppo tempo: scrivere seriamente, impegnandomi di più nel mio sogno (pubblicare), studiare per delineare uno stile di scrittura con il quale esprimermi al meglio e sperimentare nella narrativa.

Propositi per un nuovo percorso

Ecco ora un personale decalogo di comportamento per auto disciplinarmi. Spero possa aiutare anche voi se avete pensato di chiudere il vostro blog:

  • Il blog non viene prima di tutto, e in questo tutto includo non solo le attività lavorative ma anche quelle di svago
  • Il blog non deve assorbire il mio tempo, visto che è già così esiguo
  • Il blog può essere aggiornato in piena libertà, visto che è uno spazio di pura espressione personale
  • Il blog può non essere aggiornato anche per lunghi periodi se c’è qualcosa di più gratificante da fare
  • Il blog è nato come attività collaterale ai miei tanti interessi, non può a un tratto diventare l’unico interesse
  • Devo ricordarmi che è una mia creatura: posso decidere di chiuderlo quando voglio, persino di cancellarlo per sempre, se mi va.
  • Nessun consiglio dei Guru del blog mi farà retrocedere da quanto affermato sopra
  • Non devo scrivere post per avere commenti da alcuno. Se qualcuno commenterà bene, se no, pace
  • Non devo commentare nei blog altrui sperando di ottenere un commento nel mio
  • Non devo sottostare alle  leggi seo, ma continuare per la mia strada.

Conclusioni

Non si deve mai chiudere un blog, soprattutto se vi avete investito tempo e risorse psicofisiche per attivarlo e aggiornarlo. Si può e si deve, invece, mantenerlo in vita e curarlo con costanza senza strafare mai. E quando si sente che la stanchezza prende il sopravvento, bisogna fermarsi a rifletter. Proprio come ho fatto io. Continuerò a scrivere della mia esperienza di blogger prodigo, se a qualcuno interessa, sapete dove trovarmi!

 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

4 Risposte a “Chiudere un blog: perché non farlo”

  1. Le emozioni che hai provato e che ti hanno spinto ad allontanarti le stiamo provando in tanti, forse tu le hai avvertite molto prima di noi, ed è stato giusto comportanti di conseguenza. La blogosfera ha i suoi meccanismi perversi, posso capirlo. Ho provato una grande insofferenza ultimamente, che mi ha portato a ridurre i post e altre cose.
    L’importante è comunque che tu sia serena e che abbia ritrovato la voglia di continuare a scrivere, che mi sembra l’unico aspetto rilevante.
    Ti auguro ogni bene, se hai voglia di scrivermi ogni tanto anche solo per fare due chiacchiere, sai dove trovarmi. Un abbraccio

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