Personaggi giusti in 7 mosse

personaggiI personaggi sono il cuore pulsante di una storia.  Spesso infatti il livello di successo di un racconto dipende da come essi sono caratterizzati e in che modo agiscono. Vorrei tralasciare la questione banale e abusata dei buoni e cattivi, una dicotomia necessaria nella fiaba e in qualche misura anche nel Fantasy, ma inesistente nella realtà.

La giusta caratterizzazione, cioè l’insieme dei dati e delle informazioni di un personaggio, è frutto di un fattore importantissimo che niente ha a che vedere con la banalità del bianco e del nero. Perché un personaggio sia credibile deve essere  a tutto tondo , cioè vero, dinamico, imprevedibile, umorale e talvolta “schizofrenico” come le persone reali. Niente eroi zuccherosi, perfetti, belli, ricchi e dotati di un’intelligenza straordinaria, per dirla in parole povere. Molto meglio puntare su uomini o donne che abbiano le loro fragilità, i loro ripensamenti e che talvolta falliscano, proprio come noi.

Il lettore si affeziona di più al personaggio con cui si può immedesimare; per facilitare questo aspetto, dobbiamo creare una gamma di caratterizzazioni che corrispondano alle diverse tipologie psicologiche esistenti nella realtà. Cerchiamo poi di favorire il fattore densità, da non confondere con l’affollamento; esso è l’insieme degli intrecci dinamici, talvolta conflittuali, che arricchiscono la vicenda particolare del protagonista e la storia in generale del racconto.

Quando ho iniziato a “scribacchiare”, molti anni fa, non avevo le conoscenze che ho maturato oggi rispetto alle tecniche della scrittura creativa. Rileggendo le brutte cose che ho scritto nel passato, mi sono resa conto che l’aspetto più fragile era proprio la caratterizzazione del protagonista e dei personaggi secondari. Creavo personaggi piatti e statici, simili a quelli delle fiabe, privi di fascino perché abbozzati e senza una connotazione precisa dal punto di vista psicologico.

Oggi ho preso consapevolezza degli errori commessi e quando scrivo, uso sette strategie:

  1. Scrivo una biografia dettagliata per ognuno dei personaggi. In essa vi inserisco tutte le informazioni possibili: dati anagrafici, estetica, tratti psicologici, stile di vita e livello culturale.
  2. Per il protagonista e i comprimari, utilizzo tratti psicologici sfumati, evitando il fattore bianco o nero.
  3. Provo a dare a ogni personaggio una particolare caratteristica morale o psicologica: l’umorismo, il sarcasmo, l’impulsività, la sensibilità, l’avidità, l’egoismo…
  4. Cerco di identificarmi con uno dei personaggi, quasi mai con il protagonista, e riverso nel suo agire, nel suo modo di parlare e di pensare, la mia interiorità.
  5. Aggiungo qualche comprimario, due o tre alla volta. Nessuno di noi è un’isola, viviamo la vita unitamente a qualcuno che sia fondamentale per la nostra vicenda personale. Lo stesso principio vale per la narrativa. I personaggi isolati e sganciati dagli altri sono di una tristezza mortale oltreché non credibili.
  6. Evito come la peste le banalità e gli stereotipi: l’eroina dagli occhi azzurri e i capelli biondi, il bello e impossibile, la suocera invadente e pettegola…
  7. Scelgo i nomi con cura senza cadere nelle esagerazioni stile soap e telenovelas: Samantha, Dolores, George…

E voi come studiate i personaggi? Usate altri metodi?

 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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