Il percorso emozionale con la scrittura

donna-sulla-barcaNon dimenticherò mai alcuni momenti della mia vita. Anche se ho sofferto come un cane, voglio ricordarli, perché ricordare guarisce. Per non dimenticare,  ho fissato i momenti neri su un foglio narrandoli a me stessa come una fiaba . Nella fiaba, si sa, il bene e il male lottano a lungo. Ma il bene vince sul male. E il male è scomparso.

La scrittura è stato un ottimo rimedio per prendermi cura di me stessa. Sono convinta che molti di voi hanno iniziato a scrivere di narrativa  per metabolizzare un dolore o per rielaborare un lutto. Non è vero? La scrittura creativa è capace di guarire le ferite lasciate da un trauma o causate da una malattia, perché un percorso emozionale, e in quanto tale sviluppa la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni. Un valido metodo insomma, per trasformare le emozioni negative, dopo che queste sono emerse grazie alla scrittura, in una risorsa positiva.

Creare un percorso emozionale

La narrazione come percorso emozionale è detta anche  autobiografica. Diventa efficace quando stimola il racconto di noi attraverso le emozioni. Detto così sembra la cosa più naturale del mondo.  In realtà non lo è. Non è facile scavare dentro se stessi, e penetrare le emozioni che si sedimentano nel corso dell’evento che le ha provocate.

Esempio per creare un percorso emozionale. Concentriamoci sulle immagini forti, cioè le immagini preesistenti all’evento che ha ci ha trascinato nel dolore.  Le abbiamo già in noi dalla primissima infanzia: una caduta, un’umiliazione, una sconfitta, l’abbandono da parte di qualcuno e così via. Recuperiamo le sensazioni la cui traccia è ancora in noi, mettendole a confronto con quelle attuali. A poco, a poco affioreranno le emozioni e con esse sgorgheranno le parole, anzi saranno le emozioni a parlare e non viceversa.

Nel percorso emozionale, non dobbiamo preoccuparci delle parole perché sono una conseguenza naturale delle emozioni emerse.

Un esempio? Una persona che conosco,  soffriva di violente crisi di panico. Nel percorso emozionale che ha intrapreso per guarire, ha raccontato un episodio chiave: aveva quattro o cinque anni quando in una notte di vento è crollato il soffitto della sua casa ed è stata costretta a scappare fuori, seminuda e ferita, con i genitori e i fratelli. Durante il racconto ha pianto molto, rivivendo le emozioni di quella notte. Il racconto l’ha fatta stare meglio.

La scrittura autobiografica come veicolo di emozioni

Vi starete chiedendo se un percorso simile sia proponibile per scritto. Se scrivere non sia piuttosto un’attività ponderata, e se il filtro imposto dalla mente impedisca di fatto lo sgorgare istintivo delle parole. C’è molto di vero in queste obiezioni. Ma io sono convinta che il percorso emozionale si possa realizzare anche per scritto a patto che  ci lasciamo andare e non concediamo alla mente censure e correzioni.

A me è capitato. Durante il periodo di grande sofferenza morale e fisica di cui ho parlato, la scrittura emozionale mi è venuta in soccorso. Come? Mi sono lasciata andare senza porre filtri alle parole che sgorgavano. Le ho raccolte in dieci piccoli racconti, volti al recupero delle emozioni perdute. Una narrazione che ha fatto emergere eventi lontani ai quali mi sono aggrappata con tutta me stessa. Pennellate di passato che confrontavo con il presente, riuscendo a esorcizzare in questo modo la tristezza e la paura.

Il percorso emozionale con la scrittura

Un percorso bellissimo quello che  vi consiglio di fare, se come me avete sofferto o state soffrendo. Iniziate senza pretendere chissà cosa. Non è un contest di scrittura. Si tratta di un cammino personale di crescita e di guarigione.  Lasciate su un foglio delle emozioni scritte: dolore, rabbia. tristezza… etc. Sono parole-agganci. Lentamente sotto ciascuna, fisserete un episodio dell’infanzia: più vi lascerete andare, più emergeranno episodi lontanissimi, confusi ormai nel materiale onirico.

A me è venuto in mente un evento di cui, a un anno, sono sta testimone. Mio fratello  di due anni aveva sbattuto contro uno spigolo procurandosi una ferita sul ciglio. Da grande, non capivo come mai, ogni volta che rivedevo l’immagine, era come se la guardassi dall’alto. Mi è stato svelato da mia madre: al momento dell’accaduto, ero seduta sul seggiolino da tavolo. Ma continuiamo.

A questo punto, scrivete l’episodio per filo e per segno, senza censurare niente, riportando a galla tutte le emozioni provate: la gioia, il dolore, l’umiliazione, la timidezza, l’imbarazzo, la rabbia…

Nel momento stesso in cui le scrivete, rivivrete le emozioni provate, come se fossero nuove in voi. Questo è il momento topico: rivivendo le emozioni che pensavate perdute, si libereranno, convogliandosi in quell’energia che vi permetterà di affrontare le emozioni attuali.

Siete giunti così alla fine del percorso emozionale. Ma non è una fine, se mai un nuovo  inizio, pieno di risorse e possibilità.

Buon viaggio!

 

 

 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

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