La Sinossi, ovvero come presentare un manoscritto

Brzozowski4Il manoscritto che ci è costato fatica e persino qualche capello bianco è pronto. Con dolore decidiamo di distaccarci dal mondo nel quale abbiamo trascorso gli ultimi mesi in modo compulsivo-ossessivo. È arrivato il momento topico: inviarlo a una Casa editrice.

Come presentare la nostra opera?  

Gli editori consigliano  di far precedere il proprio lavoro da una presentazione che ne indichi immediatamente le potenzialità, così da rendere accattivante il proprio progetto: la Sinossi.

Quando si parla di “sinossi di un libro” si allude a un riassunto generale dell’opera, in maniera tale da offrire una panoramica schematica e completa. È indispensabile se si ha l’intenzione di inviare a un editore una proposta di pubblicazione.

Quanto deve essere lunga? Il testo della sinossi non deve essere più lungo di 2 cartelle, cioè un foglio A4 composto da 30 righe per 60 caratteri ciascuna, ovvero 1800 caratteri (spazi inclusi). Una sinossi è perciò composta da massimo 3600 caratteri.

Come si procede per realizzarla?

Bisogna sintetizzare tutti i pregi di un libro in poche righe seguendo uno schema ordinato.

La prima parte dovrà essere dedicata alle generalità dell’opera, ricordando di riportare il genere del testo (se è quindi un racconto, un saggio, un poema, ecc…) e senza dimenticare di precisare il luogo e il periodo in cui è ambientato, evidenziando possibili riscontri storici dell’epoca.

Subito dopo si riportano tutte le informazioni riguardanti l’intreccio e i contenuti del testo. Ad esempio, se è un romanzo sarà sufficiente rispondere a queste domande: chi è il protagonista della trama? Cosa gli capita? Come reagisce alla vicenda descritta nel libro? Quali altri personaggi partecipano alla storia? C’è un antagonista? Se sì chi  è e cosa lo rende tale?

Le ultime righe devono essere dedicate invece alla parte più tecnica del libro che stiamo “schematizzando”, descrivendo lo stile e informando il lettore se abbiamo prediletto un tono colloquiale o, al contrario, un eloquio più ricercato.

Infine è opportuno scrivere anche una breve considerazione personale su quanto si è scritto, evidenziando gli aspetti positivi che fanno sì che il nostro testo meriti di essere pubblicato . Si può terminare la sinossi con una definizione sintetica magari utilizzando due o tre aggettivi.

Un esempio di Sinossi

La sinossi che pubblico di seguito riguarda un libro che ho letto per sostenere l’esame di editing. La aggiungo alla parte teorica per esemplificare meglio, tralasciando, per correttezza, i dettagli che farebbero risalire all’opera. Anche con le dovute modifiche, in quanto si tratta di una sinossi di valutazione, spero  vi possa essere utile.

SINOSSI DEL LIBRO…

L’opera narrativa, raccontata dalla protagonista in prima persona, è ambientata ai nostri giorni e presenta una vicenda familiare scaturita da un dramma: la vita della giovane Maria è segnata da una profonda ferita in quanto è stata abbandonata alla nascita. Costretta a crescere in un istituto, ha maturato dolore e solitudine interiore.

A otto anni, la svolta: viene adottata da una famiglia benestante in cui la madre adottiva, Rosa, occupa un ruolo rilevante. Quest’ultima, non avendo ricevuto alcuna tenerezza materna, è incapace di manifestare affetto.

Il rapporto di Maria con Rosa, fin dal primo momento, è caratterizzato da incomprensioni. Alle soglie della maturità di donna, dopo aver incontrato Francesco, che si rivela fin da subito l’uomo con il quale costruire un rapporto stabile, emerge il conflitto interiore che condiziona la felicità di Maria: la sensazione di essere come un palazzo senza fondamenta.

Decide così di mettersi alla ricerca della madre naturale. Purtroppo le suore, che potrebbero aiutarla a ritrovare la donna che l’ha abbandonata, sono morte. Maria mette a rischio la stabilità raggiunta nella famiglia adottiva e si rivolge a mamma Rosa che, seppure con dolore, le svela l’identità della vera madre.

L’incontro con lei si rivela un’esperienza traumatica, la donna che l’ha partorita non ha alcuna intenzione di riallacciare il rapporto con la figlia e si mostra distaccata e fredda.

La delusione che ne scaturisce ha per Maria un duplice effetto: da una parte rafforza la certezza che sua madre non l’ha mai amata, dall’altra le fa riscoprire l’amore mai espresso, ma vero, di mamma Rosa.

Dopo l’elaborazione del dolore, Maria si scoprirà finalmente pronta ad affrontare il futuro con Francesco e a desiderare la maternità.

Lo stile della storia è asciutto; il tempo verbale al presente aiuta l’autore a raccontare gli eventi in modo lineare e con una struttura colloquiale, senza voli pindarici né ricercatezze superflue. La narrazione, a tratti semplicistica, è immediata e il linguggio è comprensibile e comunicativo. La trama e le sinergie tra i personaggi sono ben delineati e aiutano a comprendere il dramma del “non amore” vissuto dalle due protagoniste femminili che perpetuano, a loro volta, una catena infinita di ferite familiari.

Il pregio dell’opera è quello di aver saputo trattare la tematica dell’abbandono e dell’adozione in modo sobrio, quasi pudico, a indicare che i sentimenti per essere vissuti non hanno bisogno di alcuna retorica.

L’obiettivo di scandagliare le diverse sfumature del dolore, invece, non è raggiunto in modo pieno: la descrizione emotiva dei personaggi, rimane quasi sempre a un livello superficiale, e questo certamente costituisce il limite principale del libro.

Nel complesso l’opera è lieve, intimistica e di piacevole lettura.

Allora cari lettori siete pronti per scrivere la Sinossi del vostro libro? 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

7 Risposte a “La Sinossi, ovvero come presentare un manoscritto”

    1. Ciao Chiara, allora dai, concludi la tua opera e poi scrivi
      una bella sinossi. Scherzo 🙂
      Capisco bene cosa costi un manoscritto in termini di tempo
      e fatica.

  1. Molto interessante l’esempio che hai riportato. Quindi secondo te può essere utile aggiungere anche una valutazione “critica” di quello che abbiamo scritto?
    Devo confessare di non aver ancora capito come scrivere una sinossi, pur dopo tanti tentativi. Mi lascia sempre un po’ insoddisfatta, ma proverò a usare questi tuoi consigli e vediamo che succede 🙂

  2. Cara Maria Teresa, l’esempio che ho riportato è una sinossi
    di valutazione. Può tornare utile lo stesso per la classica sinossi
    di presentazione alla casa editrice. Il giudizio
    personale al proprio lavoro, secondo me, deve
    essere elaborato esaltando i punti di forza e trascurando
    gli aspetti meno convincenti, di cui, per altro, spesso
    non siamo consapevoli. Grazie per il passaggio e per
    il commento, :=))

  3. Ciao Rosalia! 🙂 Qualcuno dice che scrivere un abbozzo di sinossi prima di iniziare la prima stesura aiuti a mettere a fuoco eventuali problemi e a sentire meglio l’anima della storia. Non ci ho mai provato, ma lo farò. Però non posso dire che scrivere la sinossi mi piaccia. Nella riduzione si ha l’impressione che tutto il fascino della storia vada perso. Anche questa però è una capacità da acquisire, perché la sinossi è proprio necessaria!

    1. Ciao Grazia. In effetti la sinossi è un dovere più che un piacere.
      Condensare in poche righe il contenuto di un libro è molto
      faticoso. La sinossi “preventiva” come bozza è un’idea
      interessante. Grazie

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