“Io non dico mai a nessuno di smettere di scrivere” Intervista

IMG2011050309360574_900_700Alcune volte si realizzano eventi eccezionali con una naturalezza che lascia stupiti. Da qualche anno seguo su Internet l’associazione “Il rifugio degli esordienti” e ho partecipato in diverse occasioni all’iniziativa “Lettura Incrociata”. Tra coloro che hanno promosso questa bella realtà vi è Piera Rossotti Pogliano, una donna di grande cultura,  docente universitaria e scrittrice, che ha fatto della passione di scrivere, una vera e propria missione.
Dal 2011 è alla guida della casa editrice Edizioni Esordienti E-book con la quale si prefigge lo scopo di portare alla ribalta autori esordienti meritevoli.

 

Ebbene, Piera Rossotti Pogliano, Direttore editoriale di EEE, ha accettato di rispondere alle nostre domande e con un’analisi puntuale ha fatto luce su molti aspetti legati alla pubblicazione in E-book. Sentiamo dalla sua voce le importanti considerazioni che sono sorte.

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D- La ringrazio molto per avermi concesso un po’ del suo tempo. Inizio chiedendole di far conoscere ai lettori del blog “Scrivere la vita” quando è nata e che scopo si prefigge la casa editrice “Edizioni Esordienti E-book” ?

R- Edizioni Esordienti E-book, EEE per gli amici, è nata nel settembre 2011. Alla fine degli anni Novanta, quando ho cominciato a navigare in internet, ho collaborato con l’allora neonato Rifugio degli Esordienti, venendo in contatto con tanti aspiranti autori. Non era una cosa del tutto nuova, per me, che da sempre mi occupo di editoria, scrittura e ghostwriting, però ho toccato con mano la grande disinformazione che regnava tra le persone desiderose di pubblicare un libro, spesso disposte a fare qualsiasi cosa, anche pagare somme considerevoli, pur di pubblicare, oppure che mandavano ingenuamente i loro manoscritti a grandi editori, i quali, allora come oggi, cestinavano immediatamente. Tra questi esordienti, poi, c’erano alcuni “veri” scrittori, altri che semplicemente provavano il bisogno di raccontare le loro esperienze, le loro paure, producendo testi fortemente autobiografici, non interessanti per un lettore, ma sicuramente di grande importanza per loro stessi. Così, è nato il servizio di Lettura Incrociata, tuttora attivo, come il Rifugio, del resto, perché chi scriveva avesse la possibilità di farsi leggere da qualcuno che, non conoscendolo, poteva liberamente esprimere il suo giudizio. EEE nasce proprio per dare voce agli esordienti che rispondono a questa definizione: sono scrittori non ancora famosi, ma meritevoli di esserlo.

D- Il suo motto è: “Sono un editore scopritore di talenti”. In quale misura il suo lavoro si differenzia dall’editore imprenditore?

R- Se partiamo dalla mia definizione di “esordiente”, credo che il mio motto sia chiaro. Infatti, alcuni dei miei autori sono già approdati a case editrici più importanti (Newton Compton, Rizzoli…) e sono sinceramente contenta per loro, anche se mi auguro che, in futuro, lavorando con rigore e correttezza, scrittori ex esordienti che meritano di essere famosi preferiscano restare con il marchio EEE…

Sull’editore imprenditore, dobbiamo intenderci: una casa editrice non è un ente di beneficenza e, come ogni impresa, deve mirare a fare degli utili, anche perché ci sono fior di tasse e contributi da pagare, la partecipazione ai Saloni costa, la pubblicità costa. Non credo, quindi, di discostarmi dagli editori imprenditori, ma certo mi discosto da quella pletora di editori o sedicenti tali che, in questi ultimi vent’anni, hanno guadagnato facendo pagare gli autori e non vendendo le loro opere. Non che sia facile, specie in questi anni di crisi, ma se gli autori esordienti di qualità avranno voglia di provare a capire perché hanno tutto l’interesse a sottoporsi a una selezione severa come quella di EEE ed accetteranno l’idea di pubblicare in e-book, forse anche molti lettori capiranno che un marchio può essere una garanzia di qualità e lo sceglieranno sempre di più.

D- L’entusiasmo profuso nell’impresa, l’essersi circondata di giovani stagisti appassionati, fanno presagire che il suo sia molto più di un lavoro a scopo di lucro. Non pensa mai: “Chi me lo ha fatto fare?”

R- La verità è che mi sto divertendo un mondo. Trovo persone  – stagisti, autori, collaboratori – altrettanto entusiaste, con le quali è molto stimolante interagire. No, per ora non ho mai detto “Chi me l’ha fatto fare?” In ogni caso, bisogna precisare che la piccola editoria “a scopo di lucro” ha fatto il suo tempo. E anche che non conto le mie ore di lavoro…

D- Il numero degli autori esordienti è cresciuto in modo esponenziale, quello dei lettori diminuisce in modo preoccupante. Quali sono le prospettive future per il mondo dell’editoria?

R- La lettura è un’attività del tempo libero oggi in grande concorrenza con tante altre; per forza di cose si legge poco, come si va meno al cinema nelle sale tradizionali. L’editoria è di fronte a trasformazioni epocali e se, per ora, i grandi colossi riescono ancora a reggersi, tanta piccola editoria sta già scomparendo, soprattutto quella tradizionale non di nicchia e certamente non si tornerà indietro. Non soltanto le case editrici, ma le librerie tradizionali, i distributori, le tipografie sono destinate a pesanti ridimensionamenti. Non credo che scompariranno del tutto, mi auguro sinceramente di no, ma tempo un paio di generazioni, una libreria cartacea sarà come un negozio di delicatessen: per chi se lo può permettere, per chi vuole qualcosa di speciale.

D- EEE-book privilegia il libro digitale in un settore in cui  molti ambiscono alla pubblicazione in cartaceo. Come affrontate questa sfida?

R- Certo, è bello per un autore stringere tra le mani il proprio libro, presentarlo al pubblico, firmare le copie odorose di stampa… Per promuovere efficamente un cartaceo, tuttavia, bisognerebbe investire molto denaro, stamparne alcune migliaia di copie, distribuirlo in un congruo numero di librerie, fare pubblicità. Bisogna pagare la tipografia, il distributore, il libraio, poi aspettare per mesi eventuali pagamenti (qualche volta invano), raccogliere l’invenduto, mandare al macero. Si stampano, poniamo, cinquemila copie, se ne vendono mille, si va in rosso. Io nei miei video settimanali ho detto più volte agli esordienti che, se vogliono cercare di farsi conoscere, la strada è un’altra, ed è quella dell’e-book. Il lavoro editoriale a monte della pubblicazione è in tutto e per tutto simile a quello dell’editoria tradizionale: si sceglie il manoscritto, magari con la collaborazione dell’autore lo si migliora, ad esempio si consiglia di tagliare delle parti, o di migliorare un personaggio, ecc., poi si corregge la bozza. A questo punto, si fa l’e-book e, nel giro di poche ore, il libro è disponibile nel mondo intero. Niente costi di magazzino, di distribuzione, di resi, maggiori royalties per gli autori. E, se un e-book non vende, l’editore non fallisce… e comunque l’autore non ha speso un centesimo. È assolutamente indispensabile avere un cartaceo tra le mani? Bene, offriamo all’autore il servizio di stampa a partire da 50 copie, bei volumi, ben realizzati, a costi molto inferiori al prezzo di copertina (su 100 copie, il prezzo si aggira all’incirca sul 50% del prezzo di copertina, tutto compreso, anche la consegna a domicilio). Mettiamo anche in vendita questi libri in rete e al Salone del Libro di Torino, ma non li distribuiamo in libreria, non ci interessa. L’autore, quindi, può avere il suo libro tra le mani senza sborsare cifre irragionevoli, portarlo in qualche libreria dove è conosciuto, venderlo durante le presentazioni, recuperando senza difficoltà quello che ha speso. Sia ben chiaro, però, che EEE è una casa editrice non a pagamento, perché pubblica e-book. Chi vuole il cartaceo, deve capire che è un servizio in più, perché non guadagniamo da questo, come fa invece un editore tradizionale.

D- Quali consigli si sente di dare agli autori esordienti?

R – Primo consiglio: domandarsi se sia proprio il caso di pubblicare. Far valutare il manoscritto da qualcuno che sia davvero imparziale e disinteressato (attenzione con le agenzie letterarie, ce ne sono di serie e affidabili, ma anche no… e se un libro fa schifo non lo dicono, propongono un editing a pagamento).

Secondo consiglio: informarsi, prima di decidere di pubblicare. Oggi, in rete, è possibile verificare la reputazione di un editore, fare soprattutto attenzione a non pubblicare con editori che prendano il file di testo e lo mandino pari pari in tipografia. La correzione di bozze è sempre necessaria e non c’è peggiore sensazione, soprattutto se si pubblica un cartaceo, di avere tra le mani un libro sconciato da errori e refusi in modo ormai irreparabile (l’e-book si può ancora correggere, comunque anche in quel caso è meglio uscire con un testo pulito). Insomma, anche se si paga qualcosa per pubblicare, non si deve fare di ogni erba un fascio.

Terzo consiglio: non aspettarsi fama imperitura solo per aver pubblicato un libro, né considerarsi  “arrivati” anche se il primo libro dovesse avere un certo successo.

Quarto consiglio: se si decide di optare per il self-publishing, bisogna essere consapevoli del fatto che non si può prescindere da una messa a punto del testo fatta a regola d’arte, per rispetto verso i lettori, e che si deve pensare all’autopromozione.

D- In un settore così inflazionato, quali caratteristiche deve avere uno scrittore per pubblicare?

R- Gli scrittori che pubblicano con me hanno delle buone storie da raccontare, la motivazione per raccontarle, la capacità di scriverle e l’umiltà per confrontarsi con me, anche magari per sentirsi elencare gli errori che hanno commesso, a mio parere. Devono essere disponibili ad affiancarmi in rete, perché un e-book vive e si diffonde nella rete, si vende attraverso la rete. L’autore che sta nella sua torre d’avorio e dice “io autore scrivo, tu editore vendi” molto difficilmente avrà successo, perché avrà poca visibilità. Nel mio catalogo ci sono autori tipo “torre d’avorio” e altri molto più dinamici, e si vede la differenza in termini di vendite. Tendenzialmente, oggi come oggi, le torri d’avorio, anche se scrivono bene, cerco di evitarle.

D – Il vostro catalogo, tra narrativa e poesia, è molto nutrito. Quali sono gli e-book che hanno riscosso maggior successo? In quali termini si può definire l’e-book, un caso editoriale?

R- Un caso editoriale, per un piccolo editore come me, è un e-book che vende dalle mille copie in su, e ne abbiamo diversi. Siamo arrivati anche a quasi quindicimila copie, con Io dormo da sola, di Salvatore Paci e Emanuela Baldo, ora passati con un altro editore più importante.

D- La pubblicità on line è il cuore pulsante dell’e-book. Come organizzate una campagna pubblicitaria?

R- Le risorse sono poche, quindi sfruttiamo tutto quello che possiamo ottenere gratis o con spese limitate: siamo su Facebook, è inevitabile, abbiamo una newsletter settimanale, “twittiamo”, abbiamo un blog, edizioniesordientiebook.altervista.org coordinato da Irma Panova Maino, ottima scrittrice e blogger bravissima. Poi, quasi ogni settimana, esco con un video su Youtube dove io stessa “metto la faccia”: sono video non pubblicitari, ma riguardano problemi della scrittura e inviti alla lettura, questioni sull’editoria o argomenti letterari. Il messaggio che voglio trasmettere è quello che EEE è una casa editrice piccola, ma che sceglie i suoi autori e che ha le competenze per sceglierli bene, siamo editori veri, non tipografi prestati all’editoria, con tutto il rispetto per i bravi tipografi. Questa è una garanzia per gli autori e anche per i lettori. Si raggiungono dalla pagina di edizioniesordienti.com e dall’Angolo dell’Editore nel blog.

D- Le è mai capitato di dover dire a qualcuno di cambiare mestiere? Se sì, quando conviene all’ aspirante scrittore smettere di sognare?

R- I miei autori sono esordienti, nessuno è scrittore per mestiere. Magari, potrà esserlo in futuro, ma quando approda a EEE non è ancora famoso, quindi non devo dire a nessuno di cambiare mestiere. Semplicemente, se uno non scrive cose che mi piacciono, non lo pubblico. Magari piacerà ad altri, magari invece scrive proprio male, e non è il caso che pensi di pubblicare, ma io non dico mai a nessuno di smettere di scrivere, anzi. Tengo a dire che rispondo sempre a tutti, a EEE non esiste il silenzio-diniego dietro il quale si trincerano tanti editori. Noi leggiamo e poi diciamo “mi piace, non mi piace”, ma aggiungiamo sempre “continui a scrivere, siamo disponibili a leggere le sue prossime opere” e consigliamo, nel frattempo, di far leggere i manoscritti al Rifugio degli Esordienti, per avere magari qualche consiglio o parere disinteressato.

 

Grazie mille per la sua disponibilità.

È stato un piacere, Rosalia, grazie a lei.

 

 

 

 

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

2 Risposte a ““Io non dico mai a nessuno di smettere di scrivere” Intervista”

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