“A cosa mi ispiro? Alle mie passioni”

La maggior parte dei giovani si tiene a distanza di sicurezza dai libri, o almeno questa è l’opinione comune. Salvo scoprire che le eccezioni esistono,  e quando ne scopri una, ti apre il cuore.

Nicole Mameli, autrice poco più che ventenne, mi invita a leggere L’innocenza perduta, il racconto che ha inviato a un importante concorso. Il brano è un thriller ben congegnato, scritto con uno stile accattivante, impreziosito da un finale spiazzante. Rimango piacevolmente impressionata e glielo dico.

E così colgo al volo l’occasione per indagare i gusti letterari della generazione cresciuta a tablet e serie tv, attraverso gli occhi di chi le parole le sa mettere bene in fila, da chi non strapazza l’italiano come fossero  uova a colazione, da una giovane che ha le idee chiare su cosa sia leggere e scrivere.

Il dialogo che ne scaturisce offre una prospettiva insolita ed efficace per capire il “vuoto letterario” della nuova generazione. Sentite un po’…

Ciao Nicole, è un piacere averti qui. So che sei una divoratrice di libri, già questo è un bel punto di partenza per parlare di scrittura. Parlami dei tuoi gusti letterari.

I miei generi preferiti sono assolutamente fantasy, urban fantasy e thriller. Al di là della narrativa, leggo poi saggi di storia, di cui sono appassionata, archeologia e psicologia.

Spazi tra interessi culturali non scontati, complimenti! Per quanto riguarda la narrativa, quali scrittori prediligi?

Sinceramente non ho un autore preferito, l’importante è che il suo stile sia limpido e scorrevole oltre che dettagliato. Mi piace che l’autore abbia anche uno stile descrittivo, che si soffermi sui dettagli dell’aspetto fisico e caratteriale dei personaggi e dell’ambiente che li circonda. Tuttavia apprezzo molto autrici come Cassandra Clare e Lauren Kate (autrici di romanzi urban fantasy) che possiedono capacità di scrittura a cui anche io mi ispiro.

Le tue affermazioni sono in controtendenza con il luogo comune secondo il quale i giovani siano lettori superficiali. Ma veniamo alla scrittura, l’altra tua passione.

La passione per la scrittura è maturata come conseguenza naturale  del mio amore per la lettura. Ho iniziato a leggere che ero molto piccola, passavo ore e ore sdraiata sul letto a leggere libri di ogni genere e ho pensato, perché non provare anche io a scrivere qualcosa?  Così ho iniziato a buttare giù idee e a scrivere racconti. Inoltre la scuola mi ha aiutata in questo, in quanto i miei insegnanti mi hanno sempre aiutato a coltivare questa passione e  sostenuto a scrivere altro, oltre ai temi scolastici. Ho molta fantasia e penso che questo aiuti.

Se la fantasia è il bagaglio immaginifico costruito fin dall’infanzia, grazie anche a un particolare modo d’interpretare ciò che ci circonda, la lettura assume un ruolo decisivo per incrementarla. Dicevi che la scuola ti ha spronato a scrivere, ma a cosa ti ispiri principalmente?

Mi ispiro alle passioni. Come ho già detto, leggo molti fantasy e thriller, di conseguenza i miei scritti sono in prevalenza di questo genere. Da sempre ho un particolare interesse per la magia e il sovrannaturale, per la psiche umana; quindi baso le mie storie su quello che amo leggere e ricercare.  Inoltre coltivo il così detto sogno americano  tanto che l’ambientazione prediletta riguarda città degli Stati Uniti. Così come sono stranieri anche i miei personaggi.

Credo che non si tratti dello stesso sogno americano della nostra generazione, nutrito dalla televisione, quanto di un desiderio della vostra di sfuggire al clima decadente di un paese che inibisce i sogni dei giovani. “L’innocenza perduta”, il tuo racconto,  è un thriller serrato, teso, molto anglosassone, Come è nato?

L’idea mi è venuta all’improvviso, in un lampo! Avevo dei paletti da rispettare: dovevo essere un racconto, breve ma intenso. Poi volevo che tenesse il lettore incollato fino alla fine. Così ho pensato al thriller che avesse un colpo di scena, qualcosa di diverso dal solito. Ho iniziato a scrivere e man mano che la storia andava avanti ha preso forma da sola. C’è un detto che dice “l’appetito vien mangiando”, per me è stata la stessa cosa.

Questo la dice lunga sulla capacità immaginifica che hai maturato. Cosa ne pensi della poca voglia di leggere che affligge i tuoi coetanei. Colpa di chi? Colpa di cosa?

Penso che i giovani abbiano perso il rapporto con la lettura e in particolare con i libri. Con l’avvento della tecnologia i più scaricano i libri da internet, leggendo sul freddo schermo di un telefono o di un computer. Per me questo è inconcepibile. Volete mettere quanto è bello svegliarsi la mattina con la voglia di leggere, andare in una libreria ed iniziare a girare per gli scaffali, accarezzando le ruvide copertine dei libri, sfogliando le pagine, annusando il profumo della carta stampata? Godersi davvero un libro è un processo che parte sin dalla ricerca del libro giusto da leggere. Inoltre nessuno legge più come un tempo, la gente è troppo presa dal lavoro e dalla vita sociale, tanto che si è dimenticata come sia  leggere qualcosa per il solo gusto di farlo, senza che ci venga imposto dal lavoro o dalla scuola. Nella mia cerchia di amici sono davvero due o tre le persone con cui posso condividere la passione per la lettura, come se fosse un passatempo superato che non fa più nessuno o almeno non i giovani. Ogni volta che trovo qualcuno che legge mi sembra di aver trovato un tesoro! Questo mette molta tristezza ma ho sempre fiducia nei libri  e nella letteratura e i giovani autori che ogni anno escono pubblicando i loro libri e i loro racconti me ne danno la prova, quindi nulla è perduto.

Non è facile appassionare i ragazzi, la lettura richiede tempo, pazienza, costanza. Esattamente all’opposto del tutto e subito tipico della mentalità imperante. Cosa diresti ai tuoi coetanei?

Consiglierei loro di provare. Molti giovani non leggono i libri perché non hanno mai provato a farlo! C’è un particolare argomento che vi interessa? Leggete qualcosa a proposito, ci sono tantissimi libri.
Un film  vi è piaciuto tantissimo? Probabilmente tale film è l’adattamento di un libro. Quindi l’unico modo è provare a leggere. Tanti ragazzi partono già dal presupposto che leggere sia noioso, mentre invece se trovi il tuo genere è bellissimo. Provare per credere. 
Cara Nicole, questa chiacchierata è molto piacevole e vorrei non terminasse. Ma è il momento di lasciarci, purtroppo. Parlami dei tuoi progetti futuri, cosa stai scrivendo?
Sto lavorando a un progetto per me molto importante. Ho sentito il bisogno di scrivere questo romanzo in un periodo della mia vita abbastanza difficile, dove avevo perso fiducia nelle miei capacità e dove non riuscivo a trovare la mia strada. È un romanzo urban fantasy, ambientato tra l’Europa del 1500 e gli Stati Uniti dei nostri giorni, quindi passato e presente che si fondono. La protagonista femminile è una ragazza forte, intelligente e determinata che cerca di condurre una vita normale nonostante possieda dei poteri magici. Non voglio svelare di più, ma è davvero una bella storia e non vedo l’ora di finirla, perché ancora è una sorpresa anche per me!
Non ti nascondo che vorrei  pubblicare qualcosa di mio. So che non sarà facile, so che il lavoro sarà duro, ma un giorno quando entrerò in una libreria spero di trovare un libro scritto da me sugli scaffali.
 
Coltiva il tuo sogno, Nicole, e non permettere a nessuno di interromperlo!
E voi cari lettori, cosa ne pensate delle riflessioni di Nicole? Gli adulti hanno o no un ruolo determinante nelle scelte culturali dei giovani? E se sì, quale?
Parliamone

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Pubblicato da Maura Puccini

La gente che piace a me si trova sempre sparsa qua e là; sono dei solitari... solo che si riconoscono non appena si trovano assieme

18 Risposte a ““A cosa mi ispiro? Alle mie passioni””

  1. Sono pienamente d’accordo. Quando sento dire che i giovani di oggi sono “maleducati”, “egoisti” e via dicendo, la prima domanda che mi pongo è: ma da chi lo hanno imparato? Solo dalla televisione trash e dai politici arroganti? Ma allora ciò non vuol dire che la loro famiglia, i loro genitori, li hanno “abbandonati” davanti alla televisione e a internet e se ne sono impipati di insegnargli qualcosa di utile e costruttivo?
    n.b.: “giovani maleducati” si intende ovviamente alcuni giovani, non tutti, ci mancherebbe. Le generalizzazioni sono sempre sbagliate.

    1. Quei giovani che si comportano male forse hanno ricevuto un esempio sbagliato, come dici tu, o forse cercano attenzioni da chi, specie la famiglia, non ha tempo da dedicare loro. Ma per fortuna ci sono anche tanti bravissimi ragazzi che cercano la loro strada con caparbietà, studiando e approfondendo il loro sapere senza perdere di vista le passioni che sono il motore principale della nostra vita. E Nicole ne è un esempio 🙂

  2. I sogni non si toccano e meritano di venire realizzati, specie se sono sogni di questo tipo. Io non conosco il genere che tratta la tua intervistata Rosalia, pura ignoranza la mia, ma solo il thriller, evidentemente il divario generazionale c’è eccome. Credo siano poco influenzabili i ragazzi da questo punto di vista, perché hanno di loro gusti e idee piuttosto chiari. Mi riferisco alle letture, diverso è per il resto. Non saranno mai le parole a convincere, quanto gli atteggiamenti, le posizioni di vita. I ragazzi ci osservano, analizzano e prendono a esempio. Sarà scontato o banale, ma si specchiano in noi. Tutto questo interesse per un genere che ha del fantastico mischiato al reale credo spieghi molto bene il percepire la realtà come insoddisfacente.

    1. Sì, Nadia concordo. Noi adulti abbiamo una responsabilità enorme nei confronti dei giovani, più che le parole, per loro, contano i fatti, cioè se con la nostra vita sappiamo dimostrare coerenza ai principi educativi che cerchiamo di trasmettere. Se pretendiamo da loro il rispetto e poi ci vedono ferire gli altri, che cosa mai capiranno? Che siamo ipocriti. Per la lettura è la stessa cosa, in una casa dove non sia apre un libro da anni, non si può chiedere ai ragazzi di leggere. Sui sogni… beh per ci crede fino in fondo il sogno può diventare realtà. E noi lo sappiamo ^_^

  3. Complimenti a Nicole per la sua passione per la scrittura e la lettura.
    Concordo sul fatto che un insegnante possa fare tanto per i propri alunni. Non si può arrivare a tutti, ma come mi prefiggo ogni volta, convincerne cinque o sei per classe è già tanto. I nativi digitali in particolare hanno la “sfortuna” di essere nati e cresciuti immersi totalmente nell’era dello schermo, dell’iconografia virtuale, ecc.
    Far fronte alla tentazione di allontanarsi da uno schermo per loro è un’impresa.

    1. Gli insegnanti bravi sono come la luce nel buio. I ragazzi li seguono senza se e senza ma e ricorderanno per sempre i loro insegnamenti. Non è un visione romantica la mia, ma esperienza. Io ho avuto la fortuna di trovare una grande insegnante di latino e greco, ancora oggi è per me un punto di riferimento. Nella fasi più importanti della mia vita lei c’è e ci sarà sempre. E così per i miei figli, anche loro hanno trovato insegnanti pigmalione che nominano spesso e ai quali chiedono consigli. La scuola è fondamentale per fare amare la lettura e i libri. La sfida, credo, sia proprio far innamorare delle parole scritte i giovano cresciuti a cartoni e videogiochi. Grazie Luz per il tuo apporto, tu i giovani li conosci bene e sicuramente sarai una bravissima insegnante

      1. Ci provo. 🙂
        E’ un mestiere che richiede molta costanza, saper fare, saper pazientare, proporre nuove idee. In tutto questo, suscitare costante interesse, davvero difficile. Ci sono periodi in cui mi sento molto stanca, quello che mi tiene bella arzilla è la mia natura “teatrale”, diciamo così. 🙂

  4. Per fortuna ci sono sempre eccezioni, anche all’interno di un cliché come quello dei giovani che non leggono. Complimenti a Nicole, che nutre la sua passione con determinazione, e grazie a te, Rosalia, per averla ospitata con il suo messaggio positivo. 🙂

    1. Grazie a te che sei passata a leggerci! Sì, stimo molto Nicole per la capacità di seguire le sue passioni con caparbietà. Rispetto a molti ragazzi che non sanno cosa farne dei loro talenti e delle loro potenzialità, lei è un esempio da valorizzare 🙂

  5. Una bella intervista e soprattutto un esempio da ammirare in pieno, per la passione e la maturità che si avvertono in modo palpabile. Mi sembra di capire che la famiglia sia stata fondamentale per questo percorso, è proprio vero che l’incoraggiamento dei propri cari dà una spinta non da poco. Mi ha molto colpita poi il discorso sui libri , sul godersi un libro come “un processo che parte sin dalla ricerca del libro giusto da leggere”. Nicole, leggere le tue parole fa bene al cuore! Grazie a Rosalia per questo post!

    1. Grazie Maria Teresa, è molto bello quello che dici. Concordo in pieno, la ricerca del libro come momento godibile e prezioso ha colpito molto anche me. Un po’ mi ci sono ritrovata, penso sia un sentimento comune a tutti i lettori quella dolcezza interiore che anticipa la scoperta del libro giusto 😉

  6. Una bellissima eccezione che dovrebbe invece essere la regola. Non parlo del talento letterario, quello per forza ha in sé il carattere della straordinarietà ed è un dono che non ricevono tutti, quanto del desiderio di leggere, del piacere che ne deriva. L’entusiasmo di questa ragazza e la sua convinzione mi hanno colpito molto.
    È bello il suggerimento che ha dato: ci sarà pur qualcosa che vi piace, leggete quello, anche un manuale di cucina, aggiungo io. Leggere è anche un’abitudine. In casa, io ho un figlio innamorato della narrativa e l’altro che, invece, divora libri di storia. I gusti, le necessità possono essere diversi, ma coltivarli resta il segreto.
    Complimenti a Nicole.

    1. Ho invitato Nicole a ripassare di qui per ringraziare personalmente tutti voi. Nell’attesa, ti ringrazio personalmente, Marina, per essere passata e per lasciato il tuo commento graditissimo. Anche a me ha colpito molto la convinzione di Nicole, una carica e un’energia che la rendeno molto convincente. Spero che il suo messaggio raggiunga i lettori tiepidi, quelli apatici, ma soprattutto i non lettori ^_^

  7. Apprezzo molto la determinazione di Nicole, lei ha un sogno e lo sta perseguendo con determinazione e con le idee molto chiare. È importante che i sogni derivino dalle passioni, credo sia il solo modo perché si concretizzino, l’amore per la lettura non può fare altro che supportarlo perché leggere apre la visione di mondi infiniti tra cui c’è sicuramente anche quello che stiamo sognando. Bella intervista.

    1. Grazie mille Giulia! Nicole è una lettrice appassionata da tempo e credo che in lei agiscano talento e buone letture: un bel connubio!

  8. Quindi Shadowshunter e Fallen. Anche Twilight e Vampire Diaries? o la saga di Sookie Stackhouse (da cui fu preparata la serie True Blood)? The Hollows? Ci sono belle letture nel genere urban fantasy e a volte lo preferisco perché l’ambientazione contemporanea mi mette un po’ più brividi. Un’idea di fantasy ai giorni nostri ce l’ho anch’io, ma non subisco più il fascino dell’estero … ok, Scozia esclusa :D… e dato che è bene scrivere di quel che si conosce lo vedo ambientato nella mia città, anzi, dovrei dire nei miei colli, dove abbiamo comunque parecchi elementi fantasy da “riciclare”. Pure un castello con un fantasma eh!
    Forza Nicole, tieni duro. “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto.” (da La ricerca della felicità)

    1. Grazie Barbara per il tuo passaggio e per il tuo bel commento. I giovani di oggi sono molto più mondialisti di noi, inseguono dei sogni in cui l’Italia non è contemplata. Non so se sia un bene o un male, forse la loro ricerca sta a insegnarci che è giunto il momento di uscire metaforicamente e non dal nostro piccolo mondo, e rischiare ^_^

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